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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Francesco Petrarca

Energia, il costo in bolletta è cresciuto del 15% in un anno

La spesa media era 420 euro nel febbraio del 2011, mentre è di 486 euro nel marzo 2012). A dirlo è il Centro ricerca e tutela dei consumatori, che ha condotto un'indagine dettagliata sui costi per le famiglie

La voce “elettricità” pesa sempre di più sul bilancio delle famiglie. Dal febbraio del 2011 il costo della bolletta elettrica è lievitato del 15%, per un consumo di 2700 chilowattora e 3 chilowatt di potenza disponibile (420 euro nel febbraio del 2011, 486 euro nel marzo 2012). A dirlo è il Centro ricerca e tutela dei consumatori, che ha condotto un'indagine dettagliata sui costi al consumo.

Per le famiglie diventa sempre più necessario conoscere, controllare e razionalizzare i propri consumi elettrici: solo così si può cercare di far fronte davvero all’aumento della spesa, che pare non avere fine.  Altra possibile ed utile via: la valutazione di offerte più convenienti  attraverso il calcolatore on line (cd. “trovaofferte”) dell’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas (www.autorita.energia.it).
 
Sono stati confrontati alcuni profili di consumo per fasce orarie e secondo gli standard più usati. Tre i livelli di consumo annuo esaminati: quello per 1600kwh (ipotizzabile per una famiglia di due persone), 2700 kWh (3 persone) e per 3000 kWh (4 persone), sia per un contratto da 3 kW di potenza fornita (lo standard “domestico di residenza anagrafico”) che per un contratto da 4,5 kW (infatti, con l’introduzione dei contatori elettronici il superamento della soglia dei “normali” 3kw lascia agli utenti meno margini con la necessità frequente di optare per un aumento della potenza impiegata).
 
Se si confronta il dato di spesa relativo ai 2700 kWh, con tariffa di maggior tutela (cioè prezzi fissati dall’AEEG), emerge, a parità di consumo, la sensibile differenza (+51%) che esiste fra la spesa complessiva per il contratto da 3 kW (486,24 euro) e quello da 4,5 kW (735,74 euro). 
 
Differenza dovuta sia alle diverse “quote fisse” previste per i due tipi di contratto, sia alle diverse “quota energia” delle rispettive tariffe. È bene quindi valutare sempre molto bene il passaggio dai 3 kW ai 4,5 kW di potenza, se non per ben motivate esigenze (es. contatore che “salta” spesso o se si possiedono elettrodomestici che assorbono molta potenza).
 
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