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Cronaca

Trento, aggressione in carcere: agente bloccato e preso a pugni

Sappe: “poliziotti penitenziari lasciati soli e allo sbaraglio". Durissimo l'intervento del segretario generale Capece

Altissima tensione nel carcere di Trento. E protesta il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo del personale di Polizia in servizio nelle carceri del Paese. “Ho appena saputo di una grave vicenda avvenuta ieri sera (martedì 19 ottobre ndr) alle ore 21 circa, ovvero l’aggressione di un detenuto di nazionalità tunisina, ubicato in isolamento disciplinare, nei confronti di un Assistente di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Trento”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe.

Attirato per una richiesta, afferrato, minacciato e colpito più volte. “Alle ore 21, il detenuto attirava l'attenzione dell'Assistente con la scusante di chiedergli delle informazioni: quando il poliziotto è giunto d'innanzi alla cella, con una mossa repentina il detenuto lo ha afferrato con violenza, tirandolo contro la cancellata e colpendolo più volte alla nuca con un oggetto contundente, minacciandolo anche di morte. Il tempestivo intervento degli altri Agenti in servizio ha permesso di bloccare, a fatica, il detenuto mentre al poliziotto sono state assicurate le cure in infermeria. A lui va tutta la solidarietà e la vicinanza del Sappe, che gli augura un veloce rientro in servizio. Il detenuto giustificava poi il gesto dicendo che da diverso tempo richiede di essere trasferito, pertanto l'unico modo per riuscirci è aggredire il personale. La cosa grave è che ha ripromesso di continuare ad aggredire il personale fino a quando non otterrà un trasferimento. Il detenuto, per altro, è già noto per la sua indole aggressiva ed è stato destinatario di un congruo numero di rapporti disciplinari e relative sanzioni per il suo atteggiamento aggressivo e contrario all’ordine ed alla sicurezza”.

Durissimo il giudizio del leader del Sappe: “I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari devono dimettersi tutti!".

Un senso di desolazione e di abbandono quello denunciato da Capece che racconta "fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”. Un appello per una maggiore tutela per gli agenti che ogni giorno si trovano faccia a faccia con i delinquenti.

Il Sappe evidenzia infine che, nello stesso arco di tempo, “nella Casa circondariale di Trento si sono contati 29 atti di autolesionismo, 7 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 36 colluttazioni e 4 ferimenti: cifre allarmanti ma comunque contenute grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che - ripeto - ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto”.

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