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Cronaca

Inizio di 2022 in zona gialla per il Trentino

Come anticipato dal presidente Fugatti non ci sarà cambio di colore. Ma i parametri restano sempre a rischio

Inizio di 2022 in zona gialla per il Trentino. Come aveva annunciato anche nella conferenza stampa di giovedì il presidente della provincia Maurizio Fugatti, non scatterà il cambio di colore lunedì 3 gennaio. Tra i tre parametri necessari per finire in zona arancione infatti, quello delle ospedalizzazioni non è stato sforato. Secondo i dati Agenas aggiornati al 30 dicembre infatti, in Trentino il tasso di occupazione delle terapie è al 23%, mentre quello dei ricoveri non critici è del 19%.

Per andare in zona arancione è necessario sforare il 20% di terapie intensive (come successo) e il 30% di ricoveri in area medica, oltre ad avere un'incidenza superiore ai 150 casi ogni 100mila abitanti (secondo Gimbe questo dato in Trentino si assesta su 546 casi ogni 100mila abitanti). Per retrocedere in zona bianca invece, sarebbe necessario non superare il 10% di occupazione delle terapie intensive e il 15% di posti letto nei reparti ordinari.

Le regioni in zona gialla dal 3 gennaio e cosa cambia per i cittadini

I dati nazionali però sono costantemente in crescita: l'incidenza settimanale a livello italiano, come riporta il monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss, è più che raddoppiata raggiungendo 783 casi per 100.000 abitanti (24/12/2021 - 30/12/2021) contro 351 per 100.000 della scorsa settimana (17/12/2021 - 23/12/2021, dati flusso ministero Salute). Nel periodo 7 dicembre - 20 dicembre, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18 (range 1,13 - 1,22), leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente (era pari a 1,13) ed ancora sopra la soglia epidemica.

La situazione regione per regione

Sono 14 le regioni che superano la soglia d'allerta del 10% dei posti in terapia intensiva occupati da malati con Covid-19: Abruzzo (al 12%), Calabria (15%), Emilia Romagna (14%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (16%), Liguria (20%), Lombardia (13%), Marche (17%), Pa Bolzano (18%), Pa Trento (23%), Piemonte (16%), Sicilia (11%) e Toscana (13%), Veneto (18%). Il tasso d'occupazione è stabile a livello nazionale al 13% ma sale in 5 regioni: Emilia Romagna (14%), Liguria (20%), Lombardia (13%), Puglia (6%), Sicilia (11%).

In aumento, in Italia, il tasso di occupazione dei pazienti covid nei reparti di terapia intensiva che raggiunge la media nazionale del 12,9% - secondo la rilevazione del ministero della Salute al 30 dicembre - rispetto al 10,7% rilevato lo scorso 23 dicembre. Sostenuto l'aumento anche del livello di occupazione, da parte di pazienti covid, dei reparti ordinari di area medica che si attesta al 17,1% - al 30 dicembre - rispetto al 13,9% (rilevazione 23 dicembre).

In forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (124.707 contro 62.669 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (21% contro 27% la scorsa settimana). È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 45%) e aumenta anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (31% vs 28%).

Passeranno in zona gialla da lunedì 3 gennaio Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia. Queste quattro regioni si aggiungono a Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, alle Pa di Trento e Bolzano e alla Calabria.

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