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Stava, 37 anni dopo la tragedia che costò la vita a 268 persone

La massa composta da sabbia, limi e acqua scese a valle alla velocità di quasi 90 chilometri orari e spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quello che incontrò nella sua corsa

Trentasette anni dalla catastrofe di Stava. Erano le 12.22 del 19 luglio 1985 quando una colata di fango, generata dal crollo della discarica di miniera costituita da due bacini sovrapposti dell’impianto di Prestavèl, distrusse l’abitato di Stava e parte dell’abitato di Tesero.  

La massa composta da sabbia, limi e acqua scese a valle alla velocità di quasi 90 chilometri orari e spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quello che incontrò nella sua corsa, fino a raggiungere la confluenza con il torrente Avisio che solca la valle di Fiemme.

Lungo il suo percorso, la colata di fango provocò la morte di 268 tra uomini, donne e bambini, il ferimento di altre 20 persone, la distruzione completa di 3 alberghi, di 53 case d’abitazione e di 6 capannoni; 8 ponti furono demoliti e 9 edifici gravemente danneggiati. Al termine uno strato di fango tra 20 e 40 centimetri ricopriva un’area di 435 mila metri quadri circa per una lunghezza di 4,2 chilometri.

Commemorazione

Lunedì sera si è tenuta la via crucis, martedì sarà celebrata la messa in suffragio delle 268 vittime nell’area del cimitero di Tesero, alle 18.30, accanto alla chiesa di San Leonardo. Successivamente sarà deposta una corona di fiori davanti alla chiesetta della Palanca a Stava.

"Questo terribile evento, carico di lutti e di dolore, ha segnato in modo indelebile il Trentino e la sua storia recente" osserva il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

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