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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bandi a rischio per Appm: dipendenti proclamano stato d'agitazione

Il caso attuale è rappresentato da due bandi dell'Alta Valsugana che spiazzerebbero Appm che, applicando un contratto migliore rispetto a quello delle cooperative sociali, si troverebbe fuori mercato

Tutto il personale dipendente di Appm ha dichiarato lo stato di agitazione motivato dal fatto che all'orizzonte si profila la seria possibilità che vi sia una consistente riduzione dei costi per il personale, il che si può concretizzare o con una diminuzione degli impiegati (e sono in scadenza numerosi contratti a termine, alcuni dei quali vengono rinnovati di due mesi in due mesi) o con la riduzione del livello retributivo. Ciò sarebbe causato dal fatto che i servizi richiesti ad Appm dai vari soggetti del Trentino, sono stati messi in gara con dei criteri in cui il peso della parte economica è troppo consistente rispetto alla parte progettuale, talvolta oltre i limiti previsti dalla legge sugli appalti. 

Il caso attuale è rappresentato da due bandi dell'Alta Valsugana che spiazzerebbero Appm che, applicando un contratto migliore rispetto a quello delle cooperative sociali, si troverebbe fuori mercato. Su questi bandi il personale di Appm ha spronato i sindacati a chiedere alla Provincia di verificare le legittimità dei criteri e ad Appm di attivarsi con un'impugnazione.

La decisione è stata presa da un’affollata assemblea dei dipendenti convocata questa mattina da Cisl Fp, Fp Cgil e Fenalt. Dopo attenta valutazione dei punti relativi alla vita interna dell'associazione, in particolare all’accreditamento dei servizi, al rinnovo contrattuale e la conseguente tenuta di Appm, ad unanimità dei presenti è stato deciso lo stato di agitazione. I sindacati sono impegnati ad attivarsi per verificare ogni percorso possibile per bloccare le gare anomale e a richiedere tutta la documentazione ad Appm, chiedendo nel contempo l'apertura di un tavolo dedicato a queste gravi problematiche. Sarà inoltre cura del sindacato attivarsi in sede politica "per trovare soluzioni compatibili con le esigenze del personale e confacenti alla nostra autonomia territoriale che non può dimenticarsi dei lavoratori più deboli", si legge in una nota.
 

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