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L'indagine / Cavalese

“Sciamano 2”: la Val di Fassa era la piazza di spaccio di un narcotrafficante

La cocaina arrivava da Bolzano ed era piazzata da esercenti e baristi che si riciclavano come pusher

Le sirene del nucleo operativo dei carabinieri di Cavalese, supportati dai reparti territoriali e dal nucleo cinofilo di Laives, hanno squarciato la quiete dell’alba di martedì 31 gennaio, con ben 14 misure cautelari eseguite, su disposizione del Gip, tra le provincie di Trento e Bolzano. Anche la provincia di Taranto, inoltre, è stata coinvolta nell’operazione.

L’operazione “Sciamano 2”, nasce dall’attività fatta dai carabinieri di Fiemme nel 2018, che aveva fatto emergere una rete di spaccio in vari locali fassani, approvvigionati dalle scorte dell’Alto Adige. Per quanto riguarda la Val di Fassa,  le investigazioni, partite nel 2020 ed incentrate sui paesi compresi nell’asse tra Moena e Canazei, hanno consentito di documentare come alcuni esercenti e baristi “arrotondassero” facendo i pusher di cocaina; in tal senso, sono state documentate oltre 1000 cessioni.

A tal proposito, tra il 2020 ed il 2022 i carabinieri di Cavalese hanno messo a segno ben 26 sequestri di droga tra cocaina, eroina e hashish riuscendo a costruire un impianto accusatorio inappuntabile. In Val di Fassa, “Sciamano 2” ha portato a 7 misure cautelari, tra cui 5 obblighi di presentazione e 2 obblighi di dimora con divieto di allontanarsi da casa in orario notturno.

Come detto l’indagine ha riguardato anche la provincia di Bolzano, dove sono stati individuati diversi canali di approvvigionamento. Soprattutto, si è scoperta un’associazione composta da 5 persone, dedita al traffico di cocaina su vasta scala, comandata da un narcotrafficante con precedenti particolarmente importanti che, come fanno sapere i carabinieri, si avvaleva della collaborazione di un cosiddetto “colletto bianco”, contabile del gruppo e trait d’union con la Bolzano bene. Gli altri tre coinvolti erano i rifornitori delle piazze di Bolzano, Merano e della Val Gardena. Per il boss si sono aperte le porte del carcere, mentre per gli altri c'è l’obbligo di dimora.

“Sciamano 2” ha anche scoperchiato un giro di festini a base di cocaina organizzati da un pusher in un locale della Val di Fassa, dove il gestore chiudeva un occhio. Ora, il locale è sottoposto a sequestro. Non solo coca: infatti, l’indagine ha fatto emergere che era attivo pure lo spaccio di eroina, con tanto di consegna  ai clienti di siringhe per iniettarsela direttamente sul posto. Infine, sono emerse anche le curiose idee messe in campo dai pusher per eludere i controlli, come il trasporto in compagnia del figlio piccolo fatto da uno spacciatore, passando per lo spaccio nei boschi dove, peraltro, erano appostati proprio i carabinieri.

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