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Giovedì, 25 Aprile 2024
La vicenda

Anche i sindacati scendono in campo per il Punto d’Incontro: “È una ricchezza”

Sul trasferimento momentaneo del centro le sigle sostengono che le paure non vadano alimentate, ma rassicurate. Intano, la piaga della povertà preoccupa sempre più

Il Punto d’Incontro? Una ricchezza per Trento e il Trentino. A dirlo sono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti nei giorni in cui il trasferimento momentaneo del centro dalla sede storica di via Travai alle ex Bellesini sta provocando non pochi malumori, con tanto di petizione.

“Aiutare chi vive ai margini, chi è più fragile non è certamente mai un azione priva di fatica e difficoltà. Sarebbe ipocrita nasconderlo. Rappresenta però un dovere sociale imprescindibile per una comunità che vuole essere coesa e inclusiva. Quindi pur comprendendo le perplessità di una parte dei cittadini, crediamo che le paure non vadano alimentate, ma rassicurate. Anche attraverso un’azione attenta, presente e continua da parte dell’amministrazione pubblica che deve sostenere e affiancare senza pregiudizi chi si spende in prima persona per i più umili” il commento delle tre principali sigle sindacali.

La questione del Punto d’Incontro, vista in un’ottica più ampia, mostra poi un altro aspetto da non sottovalutare: anche una provincia proverbialmente benestante come Trento non è certamente esente da situazioni di povertà e di esclusione sociale (chi, in fondo, può dire di esserlo?). Per i sindacati, in tal senso, desta preoccupazione pure l’annunciata chiusura della mensa dei frati cappuccini. Il tutto viene questi sintetizzato con questa frase da Grosselli, Bezzi e Alotti: “Voltarsi dall’altra parte non solo non consente di costruire soluzioni, ma ci rende tutti più vulnerabili. Come cittadini e come comunità”.

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