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Cronaca San Giuseppe / Via del Travai

Senza dimora: finisce l'emergenza ma le persone restano

Finita la cosiddetta "emergenza freddo" i posti letto per senza dimora vengono, come ogni anno, ridotti: quest'anno si passa da 160 a 40. Dodici associazioni di volontariato lanciano un appello, sottoscritto da un centinaio di cittadini, per chiedere un progetto concreto all'amministrazione comunale: "Per una città che si vanta di essere prima per qualità della vita questo è il minimo"

Il 30 aprile come ogni anno termina la cosiddetta "emergenza freddo", periodo durante il quale il Comune e le associazioni di volontariato mettono a disposizione circa 160 posti letto per chi non ha dove dormire. Un'emergenza che di fatto non termina mai, dal 1° maggio 120 dei 160 posti letto totali non saranno più disponibili: "Significa che dal 1° di maggio 120 persone andranno ad aggiungersi a chi già dorme per strada sul nostro territorio, secondo l'Istat circa 300 persone, probabilmente molti di più", spiegano i volontari dell'accoglienza trentina autori di una lettera, sottoscritta da dodici associazioni e da un centinaio di cittadini, per chiedere all'amministrazione comunale di non lasciare che la questione sia appannaggio solamente del volontariato sociale.

L'appello è rivolto alla politica, ma anche alla comunità, molte persone, infatti, sono finite ad elemosinare un pasto caldo ed un letto a causa della crisi: "C'è stato da un po' di tempo a questa parte un mutamento radicale del tipo di persone che si rivolgono ai dormitori, sempre più trentini e italiani, ma anche stranieri che avevano un lavoro e una casa dopo vent'anni di sacrifici e hanno perso tutto a causa della crisi".

I quaranta posti che rimangono disponibili tutto l'anno si trovano tutti all'Opera Bonomelli che prevede un massimo di venti giorni di ospitalità per persona. Quaranta posti per far fronte ad un numeri difficilmente calcolabili ma che contano a Trento alcune centinaia di persone: "Quaranta posti non sono sufficienti per una città che si vanta di essere in testa alle classifiche italiane per la qualità della vita. Chiediamo un progetto complessivo che parta dall'ente pubblico, per non lasciare l'iniziativa ai privati".

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