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Cronaca Gardolo / Via Dante Sartori

Dopo le risse e gli scontri, il racconto di chi vive piazza Dante

Tra la manifestazione della Lega e la contromanifestazione degli immigrati vicini alla "Stella", abbiamo preferito chiedere l'opinione di chi vive la piazza quotidianamente

A distanza di due giorni dagli scontri che hanno scosso la città, siamo andati in piazza Dante per sondare gli animi e cercare di capire qualcosa in più sulle cause scatenanti di questa maxi rissa. Piove e sotto il palazzo della regione c'è il gazebo della Lega Nord con i suoi proclami scritti a pennarello su alcuni pannelli: " Trento non è Beirut"; "Andreatta dimettiti". Poi i moniti: "Via chi non ha alloggio, lavoro regolare, vende rose, ombrelli, spaccia. Prima aiutiamo i trentini". Le solite cose. Più tardi è arrivato un gruppo di migranti vicini al movimento politico "la Stella" di Lia Beltrami. Il portavoce, Boubacar Camara, megafono alla mano tuona:  "Siamo tutti uguali, noi chiediamo soltanto che giustizia sia fatta, chi sbaglia paga, tolleranza zero". Nulla di nuovo, meglio iniziare a setacciare piazza Dante e dintorni per vedere se c'è qualcuno che ha visto qualcosa e ha voglia di parlare.

Dopo una serie di rifiuti è Aziz il primo a raccontarci cosa ha visto e come la pensa. Aziz era appena sceso dall’ autobus e si stava dirigendo verso la fermata di via Gazzoletti quando ha scorto le prime persone picchiarsi.  Non è nemmeno riuscito ad avvicinarsi all’uomo ferito davanti al palazzo della regione: ” C'era tutta quella gente e quel sangue intorno a quest’ uomo e ho sentito le sue urla strazianti, roba da far accaponare la pelle. Una cosa del genere non l’ho mai vista e sono d’accordo nel rimandare a casa chi si comporta così”. Aziz ha anche da dire la sua sul presidio della Lega Nord:” E' solo l’ennesima mossa politica. Una cosa che non ho mai capito è come si possa votare Lega. Sono in Trentino da quando sono bambino e una cosa che ho imparato nelle vostre scuole è che l’Italia ci ha messo così tanto ad unificarsi, che non si capisce come mai questi signori adesso vogliano dividerla”. Nel frattempo un amico di Aziz ci saluta, poi passa di fianco al banchetto della Lega e con fare scherzoso grida ”viva la Bossi-Fini!”. Aziz, però, vuole raccontare. Deve dire la sua sui ragazzi tunisini protagonisti della due giorni di scontri: “ Si conoscono da prima di essere arrivati in Italia, vengono tutti dallo stesso quartiere di Tunisi, e si credono i capi della zona. Secondo me questa violenza è scaturita per controllare la zona di spaccio”

Ringrazio e mi addentro per i vialetti del parco. Lì incontro tre ragazzi seduti su una panchina, mi avvicino per parlare e chiedo loro se hanno visto qualcosa e in generale cosa pensano di questo episodio. Inizia Reamond, ghanese:” I tunisini credono che noi stiamo qua a spacciare, ma non è così.  Ci vedono assieme mentre ci divertiamo, sono semplicemente gelosi di noi. La cosa che non capisco è: un fratello vuole uccidere un altro mio fratello perché crede che stia vendendo droga? Il ragazzo che è stato accoltellato era andato a comprare una ricarica del telefono, mentre stava tornando in piazza Dante è stato assalito da alcuni ragazzi tunisini, e poi accoltellato. E’ così che è cominciato tutto, una scena orribile. Noi, come i tunisini, siamo fratelli africani, secondo me siamo stati assaliti per una questione di colore della pelle, noi ci comportiamo in modo onesto e corretto. Non mi importa se un italiano mi chiama “negro”, lo sono, ma non devo essere discriminato per questo. Io posso diventare bianco, guarda Michael Jackson, ma tu non potrai mai diventare come me. Anche se  tu diventassi nero, la tua anima sarebbe bianca”.  

Bobbyson invece è un rifugiato politico e viene dalla Libia: “ Non capisco perché ci si debba picchiare per il colore della pelle. Il colore della pelle ci è stato dato da Dio. Se vedo un bianco è come se vedessi l’immagine di Dio, l’immagine di un essere umano come me, un amico che come me pensa, mangia ed è in cerca di un futuro migliore. Noi, bianchi e neri, siamo i figli di Dio e il futuro per un domani migliore. Con tutto il male che c’è nel mondo, come possiamo  pensare ad essere razzisti, come possiamo creare un mondo migliore con tutte queste divisioni?  La colpa è dei politici che creano differenze dolorose. Quello che è successo mi fa male. Io ho visto quel che è accaduto e i tunisini hanno picchiato e poi accoltellato quel ragazzo senza motivo. Vengo da Rovereto e sabato ero venuto qui per vedere la mia ragazza. Uno di loro mi ha visto e ha provato a coinvolgermi, è venuto da me e la mia ragazza, le hanno chiesto una sigaretta. Lei, tirando fuori il pacchetto ha fatto vedere loro che  ne aveva solo una, chiedendo se per favore potevano rivolgersi a qualcun altro. A questa richiesta ha risposto tirandole un pugno. Ho reagito spingendolo, a quel punto sono arrivati altri suoi amici e hanno dato dei pugni anche a me, poi siamo scappati e abbiamo preso il primo treno per Rovereto. Tutto questo è successo sabato ed è da quel giorno che non rimetto piede a Trento per paura”.

Chiedo a Bobbyson se è vero che i tunisini che popolano piazza Dante vengano tutti dallo stesso quartiere di Tunisi e lui conferma: ” Si è vero, sono giovani, arrabbiati, senza nulla e si comportano come una gang. La colpa non è dei tunisini, ma dei politici e di chi governa e ha permesso che tutto ciò degenerasse. Non è possibile guardare questa gente spacciare e fare quello che vuole per mesi, anni, e poi meravigliarsi del fatto che succedano cose come quelle che sono successe sabato e domenica. Si ricordi che gli italiani possono viaggiare in tutto il mondo e stanno bene, hanno la libertà di andare dove vogliono. Tutti sono liberi di andare ovunque, se il governo te ne dà il diritto. Noi non siamo venuti qua di nostra spontanea volontà, per carità ci danno tutto, ma mi chiedo: se non ci vogliono chi ha forzato questi politici facendo sì che ci accogliessero nella loro regione?".

Leard, Macedone, percepisce del razzismo tra gli italiani: ” Voi italiani potete anche nascondere il razzismo, ma tra voi esiste".  Poi cotinua: "Per quanto mi riguarda sono a Trento da due anni e di lavoro non ce n’è. Ho lavorato fino a poche settimane fa,  perlopiù lavori saltuari, ma adesso non si trova più niente e ho chiesto il reddito di garanzia.  Ho 24 anni, sono laureato in scienze della comunicazione e tra qualche mese tornerò in macedonia. La gente si lamenta che noi passiamo il tempo seduti sulle panchine a non fare niente, ma se tu non avessi un lavoro, né la minima speranza di trovarlo, cosa faresti?”.


 

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