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Cronaca Centro storico / Via Rodolfo Belenzani

Scontri in piazza Dante: "scarcerate i 22 arrestati"

L'assemblea dei richiedenti asilo chiede la scarcerazione dei 22 arrestati in seguito agli scontri di piazza Dante e il reintegro nel " Progetto emergenza Nord Africa"

Ha avuto luogo stamane in via Belenzani il presidio dell'assemblea dei richiedenti asilo per chiedere la scarcerazione dei 22 arrestati in seguito agli scontri scaturiti in piazza Dante e proseguiti poi per le vie della città lo scorso 22 luglio. Secondo i promotori del presidio infatti "le persone detenute, tutte incensurate, in attesa di giudizio e nessuna con accuse legate a vicende di droga" non dovrebbero essere recluse in carcere perché, si legge sul comunicato: "per il diritto italiano, la presunzione di innocenza in attesa dell'esito del processo preveda la possibilità di scarcerazione o gli arresti domiciliari, fino ad oggi negata a tutti. Denunciamo inoltre che il foglio di via da Trento per 3 anni, emesso per tutti dalla questura, è una misura arbitraria che immediatamente richiama anni oscuri che non vorremmo più vedere. In aggiunta, in un clima di campagna elettorale, il dirigente della protezione civile - forte delle dichiarazioni del presidente della PAT e facendo riferimento ad un codicillo del Regolamento scritto dalla provincia stessa – si è premurato di espellere immediatamente dal Progetto Emergenza Nord Africa tutti i 21 ragazzi in attesa di giudizio che ne facevano parte. In provincia di Brescia, ben diversamente, la Cooperativa K-PAX onlus  non solo non ha espulso dal progetto uno degli arrestati, che ha lì la sua residenza, ma ha invece inoltrato la disponibilità per gli arresti domiciliari presso uno dei propri appartamenti. Per i rifugiati in Trentino invece l'espulsione dal progetto significa non avere più né casa, né buoni pasto, né tessere di trasporto, né corsi di italiano o di formazione e neppure supporto nella ricerca di lavoro. E tutto ciò a fronte della presunzione di colpevolezza. E così, di quello che sarà di loro, tutti se ne lavano le mani. "

Per Jacopo Zannini di Sel non è giusto che i giovani incarcerati siano giudicati colpevoli prima del tempo: " Bisogna prima capire cos' è successo ed essere garantisti fino alla fine, che si aspetti l' esito del processo prima di condannare le persone incolpate dei reati ed espellerli dal "Progetto Emergenza Nord Africa". Il presidio di oggi è stato fatto anche per tornare a ribadire che la solidarietà e l' accoglienza non devono essere a corrente alternata"

Opinione condivisa da Ezio Casagranda della Filcams: " La legge deve essere uguale per tutti a prescindere dal colore della pelle, questi fatti non possono essere strumentalizzati al fine di chiudere qualsiasi politica di accoglienza o ridurne drasticamente la portata. Per questo chiediamo che i ragazzi rinchiusi in carcere vengano liberati in attesa di giudizio, che la Provincia, Cinformi e quanti abbiano qualche responsabilità in merito, non facciano il lavoro dei magistrati, giudicando colpevoli prima del tempo i ragazzi, espellendoli sia dalla case che erano state loro assegnate che dal "Progetto Emergenza Nord Africa". Noi troviamo tutto ciò inaccettabile e in contrasto con i principi della costituzione e siamo qua per chiedere che sia applicata la legge. Se ci sono colpevoli, ciò deve essere deciso dalla Magistratura, sicuramente non attraverso processi sommari fatti da Dellai e dalla giunta provinciale. Questo comportamento è sicuramente finalizzato alla prossima campagna elettorale. Se un italiano fosse stato accusato degli stessi reati dei 22 ragazzi africani, non avrebbe passato nemmeno una notte in carcere."

Anche Stefano Bleggi del Csa Bruno è sulla stessa linea d'onda:" Questi ragazzi sono chiusi in carcere ormai da un mese, le prove a loro carico sono esigue, quindi per la presunzione d' innocenza è giusto liberare questi ragazzi. Inoltre siamo contrari a questo clima di "tolleranza zero" che si vive in città perché questi ragazzi non sono solo stati incarcerati, ma hanno addirittura ricevuto il foglio di via, che ricorda metodi di epoche passate che vogliamo dimenticare assolutamente e non vogliamo che ritornino. Chiediamo inoltre che i ragazzi vengano reintegrati nel "Progetto Emergenza Nord Africa" perché è importante che questi ragazzi abbiano la possibilità di continuare il loro percorso di integrazione in Italia, come è diritto delle persone che si sono rifugiate nel nostro paese per fuggire ad una guerra. Inoltre volevo ricordare che il clima di tensione che si è creato non parte dagli episodi di  piazza Dante, ma anche dal' incapacità di pensare politiche di accoglienza differenti."
 

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