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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gardolo

Whirlpool, sciopero in tutta Italia. In 350 con le famiglie dal Trentino

Intanto la politica studia un "piano sociale" di intervento per i licenziati, che prevede il sostegno alla tutela e alla ricollocazione dei lavoratori e la riqualificazione professionale secondo "condizioni di equità"

Sciopero di 8 ore, oggi, i dipendenti di Whirlpool, che hanno incrociato le braccia in tutti gli stabilimenti italiani per chiedere l’immediato ritiro dei licenziamenti e l’individuazione di percorsi condivisi per il mantenimento dell'occupazione, anche a Spini di Gardolo, dove rischiano il posto di lavoro 468 persone, più altre che lavorano nell'indotto, circa 300. Gli operai, provenienti da Cassinetta di Biandronno, Comerio, Spini di Gardolo e una delegazione di Siena e Napoli - oltre 600, di cui 350 arrivati dal Trentino con 6 pullman e qualche camper con 70 familiari al seguito - si sono riuniti in corteo a Gavirate per poi dirigersi presso il Centro direzionale Whirlpool, a Comerio. Si attende l'esito dell'incontro della delegazione sindacale con l’amministratore delegato Whirlpool, Davide Castiglioni e con Francesca Morichini, responsabile risorse umane Emea. "E’ una grande manifestazione – spiega Roberto Grasselli, segretario generale Fiom Cgil del Trentino -. Speriamo produca come risultato una svolta nella trattativa e nella discussione con l’azienda, a partire dal ritiro dei licenziamenti con l’obiettivo di mantenere i livelli occupazionali".

Sul fronte politico, invece, oggi il Consiglio provinciale sta lavorando su una proposta di risoluzione che impegna la politica ad affrontare la questione con unità d’intenti. La chiusura dello stabilimento di Spini - ha spiegato l'assessore Olivi in aula - sarebbe necessaria per il rilancio della competitività di Whirpool nel contesto europeo. La produzione attualmente realizzata nel sito trentino sarà spostata in parte a Cassinetta (provincia di Varese) e in parte a Wroclaw in Polonia. Olivi ha chiarito i termini della procedura di mobilità, con durata massima di 75 giorni, di cui 45 in fase sindacale e 30 riferiti all’eventuale fase amministrativa a seguito della quale il lavoratore licenziato ha diritto a percepire un’indennità di mobilità nazionale variabile da 12 a 36 mesi a seconda dell’anzianità.

Altro tema è quello del rapporto costi e benefici, laddove la dimensione dell’intervento commisurata al suo beneficio sociale è di significativa valenza: l’intervento, dal 2007 ad oggi, ha significato 123 milioni di stipendi ai lavoratori, 15 milioni di investimenti realizzati nel sito, 14,2 milioni di affitti, 60 milioni per acquisti di beni e servizi da fornitori trentini, 2,9 milioni per IRAP fino al 2011, per un totale di 215,1 milioni di euro: una cifra ben superiore al costo dell’intervento immobiliare. Si sta procedendo all’analisi puntuale del piano industriale e al tempo stesso si stanno studiando le prime ipotesi di sostegno ad un piano sociale «straordinario», nel caso in cui la decisione aziendale fosse, come finora affermato, irreversibile. Un “piano sociale“ di intervento per gli espulsi che prevede il sostegno alla tutela e alla ricollocazione dei lavoratori e la riqualificazione professionale nel rispetto di condizioni di equità; Olivi ha garantito ogni sforzo politico, economico e finanziario per contrastare le decisioni di Whirpool e garantire nuove prospettive di inserimento per i  lavoratori. "Fin d’ora voglio valorizzare anche le critiche", ha concluso Olivi, "nella consapevolezza di un modello industriale standard che non rappresenta più la prospettiva futura della manifattura che innova".

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