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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Padre Dall'Oglio uccisio in Siria, Farnesina e Vaticano non confermano

La notizia proviene da un sito d'informazione arabo secondo il quale un gruppo pro-Assad avrebbe rivendicato l'esecuzione del missionario. Molti trentini nei giorni scorsi si erano mossi per spronare il Ministero degli Esteri a fare qualcosa

Secondo il sito Zaman Alwsl padre Paolo Dall'Oglio sarebbe stato ucciso da un gruppo di militanti pro-Assad nella località di Ar Raqqua, nel nord della Siria. A dare la notizia, lanciata dal sito arabo che si dichiara bipartisan e rimbalzata su quelli italiani, è il segretario generale dei ribelli del Fronte Nazionale Siriano che accusa direttamente l'intelligence del presidente-dittatore di aver favorito sia il rapimento lo scorso 29 luglio, sia l'uccisione da parte del gruppo dello Islamic State of Iraq and the Levant, legato ad Al Quaeda.

Il missionario gesuita, da trent'anni in Siria presso il monastero di Deir Mar Musa dove ha fondato una comunità impegnata nel dialogo islamo-cristiano e dove avevano già fatto irruzione dei gruppi armati. Dichiaratamente a favore della liberazione del Paese, era già stato espulso dalla Siria nell'autunno 2012 e vi aveva fatto ritorno nel febbraio 2013. Faceva parte di un collettivo che su internet raccoglieva informazioni sullo svolgimento del conflitto, anche per ritrovare persone scomparse, muovendosi nel complesso mondo delle formazioni clandestine e distinguendo "le fragili sfumature" della situazione socio-politica del conflitto: "se vi soddisfa l'indottrinamento non abbiamo più nulla da dirci" sono le parole con cui conclude l'ultimo articolo pubblicato sulla rivista dei missionari gesuiti italiani.

E' noto in Trentino per i rapporti con l'assessorato alla Solidarietà Internazionale che, fino a pochi mesi prima della rivolta, mandava in Siria gruppi di giovani trentini a visitare il monastero, luogo di dialogo e di pace. Nei giorni scorsi molti attivisti e rapresentanti di enti solidaristici, laici e religiosi, istituzionali e privati, avevano sottoscritto una lettera inviata al ministro Emma Bonino perchè ottenesse la liberazione di padre Paolo. Il Ministero però non ha mai confermato il rapimento, sebbene non si avessero più notizie del gesuita romano, e resta su posizioni caute anche riguardo alla presunta uccisione. 

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