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La mossa

Nuovo ricorso contro l'uccisione dell'orsa JJ4

Le associazioni animaliste Oipa, Enpa e Leidaa, fanno sapere di aver presentato al Tar nuovi documenti. Intanto l'avvocatura della Provincia ha depositato gli atti richiesti dallo stesso tribunale amministrativo

Le associazioni animaliste presentano un nuovo ricorso amministrativo contro le ordinanze del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, quelle che avevano deciso l’uccisione dell’orsa JJ4, ritenuta responsabile della morte di Andrea Papi.

A darne notizia sono proprio le associazioni animaliste, in particolare l’Oipa che, insieme a Enpa e Leidaa, fa sapere di aver presentato al Tar ulteriori documenti. Sono nuove argomentazioni che si vanno ad aggiungere a quelle già presentate con il primo ricorso e che vorrebbero dare ulteriore forza alla parte che vuole fermare l’abbattimento dell’orsa.

"Eventuali situazioni conflittuali con gli orsi, così come con ogni altro animale selvatico, dovrebbero essere affrontate con gli strumenti di prevenzione prescritti dalle normative - affermano le associazioni -. Dinanzi all’eventualità che si potessero verificare naturali comportamenti difensivi da parte di un’orsa con i suoi piccoli, i rappresentanti istituzionali della Pat hanno fatto poco o nulla per evitare possibili incontri fortuiti con l’animale e per informare i residenti sulla reale situazione dei luoghi".

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Secondo quanto specificato nella nota, ci sono metodi per ottimizzare la convivenza con gli orsi ed evitare possibili conflitti ma, come dimostra la tragedia di Caldes, non sono stati attuati o sono stati attuati in modo insufficiente. Quali? Il monitoraggio in tempo reale degli orsi; la chiusura agli escursionisti di alcune aree; la distribuzione capillare di cassonetti anti-orso; l’installazione di recinzioni elettrificate; efficaci azioni di sensibilizzazione e d’informazione rivolte a turisti e residenti.

Insomma per le associazioni a difesa degli animali, il problema non è l’orso in sè quanto il fatto che l’uomo non ha fatto nulla per agevolare la pacifica convivenza fra uomo e animale. "Auspichiamo che la Provincia autonoma di Trento cambi marcia rispetto alla fallimentare esperienza del passato, - concludono le associazioni - che ha contribuito al verificarsi della tragedia, e che decida finalmente di applicare le misure preventive obbligatorie per legge, le uniche in grado di garantire il rispetto e la difesa della biodiversità e della vita degli animali oggi sotto la tutela dell’articolo 9 della Costituzione".

La Provincia chiede la revoca 

Dall'altra parte, l'avvocatura della Provincia ha depositato gli atti richiesti dal tribunale amministrativo, chiedendo la revoca del decreto con cui ilo stesso tribunale aveva sospeso l'ordinanza di abbattimento dell'orsa. "Auspichiamo che con il deposito degli atti richiesti all'amministrazione, e in aggiunta alla relazione che Ispra, da quanto apprendiamo da nostre interlocuzioni, intende far avere al tribunale nelle prossime ore, il Tar possa pronunciarsi per la revoca della sospensiva di abbattimento. Auspichiamo infine che possa venire anticipata la camera di consiglio collegiale, fissata nel decreto per l'11 maggio" ha detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.

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