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Cronaca Oltrefersina / Via al Desert

Richiedenti asilo, Zeni: "Chiediamo uno sforzo in più ai Comuni. CIE? Nessuna notizia"

Punto sull'acccoglienza ieri con l'assessore Zeni: la quota dello 0,9% assegnata dallo Stato è ancora rispettata, ma occorre trovare alloggi sul territorio. Ad oggi ci sono 167 appartamenti in 59 comuni

Lunga audizione ieri in Quarta Commissione con l'assessore Luca Zeni e gli enti del terzo settore per fare il punto sulla sull'accoglienza in Trentino. Lo Stato ha assegnato al Trentino 1781 migranti da accogliere, ovvero lo 0,9% delle persone che sbarcano sulle coste italiane. Ad oggi gli accolti, però, sono poco meno di 1600, distribuiti in 59 comuni ma in larghissima parte concentrati a Trento e Rovereto.

Sulla questione l'assessore Zeni è chiaro: "Lo sforzo è di avere una distribuzione il più equa possibile sul territorio. Ai Comuni la Provincia chiede soprattutto di promuovere l'accettazione sociale e il coinvolgimento dei profughi in attività di volontariato e di tirocinio formativo". Ma soprattutto la Provincia oggi chiede ai Comuni delle valli alloggi, luoghi in cui smistare le persone che attendono di sapere se la loro richiesta di asilo è stata accettata o no. Risposta che mediamente arriva dopo 10 mesi. 

I Comuni che già ospitano non possono superare determinate "quote", il problema semmai è coinvolgere quei Comuni che ancora non si sono fatti avanti. La colpa non è dei sindaci, ha detto Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, dal momento che "la disponibilità di alloggi pubblici è pochissima, ancor meno sono gli alloggi che sono liberi. Questa è la verità: solo 20 Comuni hanno messo a disposizione alloggi. Per il resto ci si deve limitare a chiedere ai privati, cui non si può ovviamente imporre nulla".

Come funziona l'ingresso nel sistema di accoglienza trentino? Il Commissariato del Governo comunica alla Provincia un numero di persone da accogliere, circa 48 ore prima di quando è previsto l'arrivo. I migranti vengono accolti nei due "hub" di via al Desert a Trento e del campo della Protezione Civile a Marco. Presso le stesse strutture inizia anche la prima accoglienza, che vede ad oggi 640 persone accolte. Lo Stato ttrasferisce alla Provincia 33 euro al giorno per persona accolta, soldi che vengono spesi per garantire tutto ciò che riguardal'accoglienza.  In tasca al singolo rifugiato restano 2,5  euro al  giorno, il cosiddetto pocket money, che può essere anche revocato in caso di infrazione delle norme di convivenza all'interno delle strutture. 

Come detto il tempo per conoscere la risposta alla propria richiesta di asilo è normalmente di 10-12  mesi. Ad oggi il 40% delle richieste viene accettato. Dopo un diniego è possibile fare ricorso presso la Commissione competente, che per il Trentino è a Verona,prolungando la permanenza di qualche mese. Quanndoo la  domanda viene respinta è previsto che il richiedente debba lasciare il territorio italiano, cosa che non avvienne quasi mai. E' un problema che si porrà in futuro, dal momento che la stragrande maggioranza di chi è arrivato in Italia negli ultimi due anni sta ancora aspettando la risposta alla richiesta d'asilo. Ciò non toglie che, per esempio attraverso un contratto di lavoro, anche chi non si vede rriconosciuto lo status di rifugiato possa legittimamente rimanere in Italia, ed iniziare una nuova vita. 

"Ci troviamo ancora nella prima fase delle uscite dal progetto di accoglienza per chi ottiene un diniego o l'accoglimento delle domanda - ha detto Zeni - Non vi sono statistiche al riguardo, certo per gli irregolari è più facile scomparire spostandosi in una grande città piuttosto che rimanere nella piccola comunità o nel centro in cui è avvenuta la prima accoglienza. La questione è però nazionale: è lo Stato ad avere la competenza sulla gestione dei clandestini". 

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