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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza, incastrate 21 persone che lo ricevevano senza averne diritto

Gli indebiti percettori dovranno restituire ben 80mila euro. L’operazione della Guardia di Finanza in sinergia con l’Inps

Alcuni sono residenti in Italia da meno di dieci anni, altri non hanno presentato la dichiarazione sui redditi percepiti in famiglia, diversi non hanno comunicato all’Inps di aver ripreso a lavorare e così la guardia di finanza altoatesina, a dicembre, ha incastrato 21 persone che percepivano il Reddito di cittadinanza (Rdc) senza averne diritto.

La guardia di finanza del comando provinciale di Bolzano, in seguito a un’attività d’intelligence ad ampio raggio nel settore della spesa pubblica, in stretta sinergia con gli uffici dell’Inps, hanno scoperto che 21 persone hanno indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza (Rdc), usufruendo di illegittime erogazioni del beneficio, per un valore di 80mila e 760 euro.

Il Reddito di cittadinanza, introdotto con il decreto legge n. 4 del 2019, è uno strumento di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale, riservato a coloro che versano in condizioni reddituali disagiate o che si trovano disoccupati, a causa di una recente perdita del lavoro.

Possono usufruire di questa misura a sostegno del reddito tutte quelle persone in possesso di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, oltre che di ulteriori presupposti di “compatibilità” come, ad esempio, il non essere sottoposto a misure cautelari personali e il non essere stati condannati nei dieci anni precedenti per una serie di gravi reati previa presentazione. Le persone stesse devono presentare la domanda all’Inps, in via telematica o tramite i centri autorizzati (Caf), corredata da una Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) sulla posizione patrimoniale e reddituale dell’intero nucleo familiare.

La guardia di finanza è andata a verificare che proprio quei requisiti fossero stati rispettati, per assicurare che le risorse pubbliche giungano a chi ne ha realmente bisogno. L’attività dei militari è stata concentrata sul controllo della veridicità dei dati contenuti nelle autodichiarazioni presentate sul territorio provinciale. Da queste verifiche sono emersi 21 posizioni irregolari, con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i beneficiari non erano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.

Diverse e, in certi casi, singolari, le violazioni accertate. Quattordici persone, in gran parte cittadini stranieri, non posseggono il requisito della residenza, tenuto conto che la legge prevede che il richiedente il sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia stato continuativamente negli ultimi due anni.

In tre casi, invece, l’irregolarità ha riguardato l’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti al fine dell’ottenimento del beneficio, quali redditi percepiti dal richiedente o da altro componente del nucleo familiare.

Tra le tante, emerge la posizione di un residente a Bolzano, che non aveva indicato i redditi d’impresa percepiti dal figlio maggiorenne convivente, quella di un residente nel meranese, che non aveva indicato nella Dsu la disponibilità di un immobile acquisito in eredità. Infine, quella di una persona che aveva certificato falsamente di risiedere in un appartamento in affitto senza un valido contratto di locazione, percependo così indebitamente la quota di integrazione del Rdc spettante a coloro che vivono in appartamento in locazione.

Diversi sono stati i casi di mancata comunicazione, successivamente alla dichiarazione, della variazione delle condizioni che davano diritto al Rdc: tre persone non avevano comunicato di aver iniziato un’attività lavorativa da lavoro dipendente, in un altro caso, invece, la destinataria del beneficio, successivamente all’ottenimento del Rdc ha omesso di comunicare di aver contratto matrimonio, perdendo così il diritto alla corresponsione del beneficio.

Tra coloro che hanno percepito indebitamente l’erogazione pubblica figurano, infine tre persone non avevano dichiarato di avere nel proprio nucleo familiare persone in stato detentivo, circostanza quest’ultima che incide sui parametri normativi fissati per l’erogazione del reddito.

Tutte le irregolarità accertate sono state segnalate all’Inps, che provvederà a revocare il beneficio e avviare la procedura per la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite, che superano gli 80mila euro, mentre è stata bloccata l’erogazione di altri 29mila. I responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano.

L’operazione portata a termine testimonia, ancora una volta, il costante impegno della Guardia di Finanza di Bolzano nel settore della spesa pubblica, con l’obiettivo di assicurare che i benefici concessi dallo Stato, soprattutto nell’attuale fase emergenziale, siano destinati a favore di coloro che ne hanno effettivamente diritto e concretamente bisogno.

Il presidio della legalità e la costante vigilanza sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche proseguiranno senza soluzione di continuità, attraverso ulteriori, mirati e trasversali controlli.

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