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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca / Cavalese

Residenze fittizie in Trentino, individuati 140 furbetti

I finanzieri di Cavalese stimano un'evasione dell'Imis di 550mila euro in 18 Comuni delle valli di Fiemme, Fassa e Cembra

Erano formalmente residenti nelle loro case di montagna in Trentino, ma in realtà le utilizzavano solo per le vacanze, nel periodo natalizio o in quello pasquale, per la settimana bianca e in estate. Così facendo, non pagavano l’imposta municipale semplice (Imis) né sulle seconde case trentine, né sulle prime abitazioni nel Comune di origine.

Al centro dell'operazione “Tributum recuperatio” della guardia di finanza di Cavalese sono finite oltre 140 persone. I soggetti individuati avevano fittiziamente trasferito la residenza in montagna, mentre il resto del nucleo famigliare risultava regolarmente residente e dimorante nelle città di origine.

Una pratica che, nel solo periodo 2017-2021, ha generato una mancata entrata per i 18 Comuni della circoscrizione della tenenza di Cavalese di oltre 550mila euro. Nella maggior parte dei casi si trattava infatti di immobili di pregio. A questa cifra andrà inoltre aggiunta la sanzione dovuta all’omesso versamento dell’imposta, pari al 30 per cento.

La maggior parte degli episodi si è registrato in val di Fiemme, ma anche nelle limitrofe valli di Cembra e Fassa. I finanzieri hanno controllato circa 2.500 nominativi forniti dai singoli Comuni e ricostruito legami famigliari, proprietà immobiliari sul territorio nazionale, localizzazione e tipologia dell’attività lavorativa, consumi energetici, fino al controllo della periodicità degli smaltimenti dei rifiuti domestici.

La collaborazione con le polizie municipali ha consentito di riscontrare la prolungata assenza dei turisti nelle abitazioni di residenza soprattutto nei periodi considerati “fuori stagione”.

In tre casi l’appartamento in montagna risultava godere di agevolazioni collegate al comodato concesso ai figli, i quali risiedevano però da anni all’estero. I finanzieri si sono imbattutti anche in abitazioni pubblicizzate online nel mercato degli affitti turistici. In questi casi i canoni di locazione percepiti, quantificati nel periodo 2016-2020 in 100mila euro, non sono stati inseriti nella dichiarazione dei redditi dei proprietari degli immobili.

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