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Cronaca Canal San Bovo

Truffa l'assicurazione, e nasconde un tesoro: maxisequestro di reperti archeologici

Orologi, armi d'epoca, due quadri di valore, ed anche brocche, vasi, spille e punte di lancia dell'età del bronzo. L'indagine è partita dallo stesso dennunciato, che è andato dai carabinieri di Canal San Bovo per simulare un furto da 65.000 euro

Ha simulato un furto di preziose opere d'arte ed antichi manufatti denunciando un danno di 65mila euro, ma i carabinieri hannno presto scoperto la truffa, e non solo: hanno avvertito la Sorintendenza per i Beni Culturali che ha provveduto a sequestrare ben 33 reperti archeologici tra cui anelli, punte di lancia, sciabole ed un fucile. Un vero tesoro, dall'età del bronzo fino all'epoca imperiale austro-ungarica. 

Il tutto è iniziato quando l'uomo, sessantenne nullafacente ma evidentemente con un patrimonio non di poco conto,, si è recato dai carabinieri di Canal San Bovo per sporgere denuncia. Ha raccontato di aver subìto  un grosso furto  di opere  d'arte nella  propria  abitazione, arrivando anche ad indicare come sospetto il vicino di casa, per depistare gli inquirenti. 

"Gravi contraddizioni nel racconto, analizzate nei minimi dettagli, hanno permesso di stabilire in seguito che si trattava di una falsa denuncia di furto, quindi di una simulazione del furto, finalizzata alla truffa ai danni dell’assicurazione, con relativa calunnia ai danni di terzi" spiegano i carabinieri. Inizialmente infatti e indagini si erano concentrateproprio sul vicino, che non c'entra evidentemente nulla; si è invece scoperto che il truffatore avrebbe avuto come complici la convivente ed un gallerista di Rovigo, anch'essi denunciati.

I carabinieri hanno perquisito la casa di Canal San Bovo trovando l'orologio di pregio, marca Rado, del valore  di 8500  euro di  cui l'uomo aveva denunciato il furto. Da quel momento in poi è stata una vera e propria caccia al tesoro, nel corso di nove perquisizioni nelle case dei complici a Rovigo, Adria e Piazzola sul Brenta sono spuntati quadri e reperti archeologici di dubbia provenienza: un'icona del battesimo di Cristo del XIX secolo, e due tele di Salvatore Fiume, intitolate "Somale al vento" e "Isoledi pietra", registrate sotto falso nome, depositate in conto vendita dal gallerista,  per  il  valore di 18.000 euro, e poimesse in vendita presso un'emittente televisiva locale.

Il ritrovamento forse più eclatante è però costituito da una collezione di reperti preistorici: brocche,  piatti, vasi e coppe databili tra il V e IV secolo, provenienti dalla Puglia, ed  una decina di manufatti, tra cui anelli, punte di lancia ed anche una spilla, risalenti all'età del bronzo, di provenienza trentina. Vengono quasi sicuramente dal Trentino anche le due sciabole  ed il fucile austro-ungarico, che completano una collezione davvero incredibile per un privato cittadino.

Il sequestro è stato condotto insieme ai tecnici della Sovrintendenza per i Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento, che hanno stimato un valore di almeno 25.000 euro solamente per i reperti archeologici. Alla denuncia per truffa assicurativa, calunnia e sostituzione di persona, si  aggiunge quindi quella di illecito  possesso di reperti  archheologici. L'istanza di dissequestro, presentata presso il Tribunale di Rovereto, è stata rigettata. 

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