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Cronaca Centro storico / Via Rodolfo Belenzani

Regolamento di polizia urbana, gli esercenti: "Ancora molto da fare"

Quattro giornate al mese il limite massimo di eventi musicali che un locale può organizzare. Peterlana (Confesercenti): "C'è ancora tanto da lavorare, soprattutto non mi convince il limite delle quattro giornate"

In questi giorni sono state approvate le modifiche al regolamento di polizia urbana del Comune di Trento. Tra le più significative vi sono quelle relative alla possibilità di organizzare eventi musicali all'esterno e all'interno dei locali della città. In particolare, l'emendamento presentato dal Consigliere del Pd Giovanni Scalfi, che inserisce la possibilità per i gestori di mandare in diffusione la musica all'esterno dei pubblici esercizi, e le modifiche sulle modalità di organizzazione di eventi musicali meritano un po' d'attenzione.

Per quel che riguarda l'emendamento Scalfi, esso introduce una novità: d'ora in poi, i pubblici esercizi potranno diffondere ("anche con un'amplificazione moderata e nella fascia oraria tra le 18 e le 23") musica all'esterno dei locali. Prima della modifica, infatti, il regolamento non permetteva ai gestori di utilizzare "apparecchi di diffusione vocale e sonora" se non all'interno. Per ciò che riguarda le altre modifiche, esse stabiliscono nel numero di quattro giornate al mese il limite massimo di eventi musicali che un locale può organizzare; inoltre fissano nelle fasce orarie tra le 9 e le 12 e tra le 15 e le 23 i limiti entro cui questi possono tenersi.
 
"Con le modifiche al regolamento si è cercato di trovare un equilibrio, una soluzione intermedia tra le richieste degli esercenti e quelle dei comitati di quartiere, in particolare del centro storico. Ritengo che in tal modo vengano tutelati i diritti di tutti; inoltre è una soluzione positiva perché permette di mantenere la città viva per gli studenti e vivibile per gli abitanti del centro. Gli orari servono a garantire tutto questo". Questo il commento del sindaco Andreatta, che, interrogato sui limiti orari imposti dal regolamento, non vede una penalizzazione dei circa 16 mila studenti presenti a Trento. "Non credo sia penalizzante per i giovani, penso invece che essi possano godere della musica fino ad una certa ora e poi, eventualmente, scegliere se restare in centro oppure spostarsi. Questo non significa che vogliamo mandare i giovani in periferia. Penso che i controlli siano necessari per tutelare tutti".
 
Non è dello stesso avviso Massimiliano Peterlana, presidente della Fiepet Confesercenti del Trentino, che ci tiene a sottolineare come queste modifiche siano il frutto di un prolungato dialogo con la Pubblica Amministrazione: "Si potrà fare musica dal vivo sia all'interno che all'esterno e questo è un fatto nuovo. Le nostre richieste erano sul tavolo del sindaco da tempo, vuol dire che sono state prese in considerazione. Abbiamo lavorato affinché si ottenessero dei risultati, quindi per il momento possiamo dirci soddisfatti. Inutile negare che c'è ancora tanto da lavorare, soprattutto non mi convince il limite delle quattro giornate, che mi sembrano poche. Credo che si sia scelto di limitare per paura di veder moltiplicare gli eventi di musica dal vivo. Su questo non possiamo certamente dirci soddisfatti".
 
Le voci dei gestori del centro rivelano un'insoddisfazione che rasenta la frustrazione. Walter Valentini dell'Aquila d'Oro, hotel-ristorante di via Belenzani, vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei casi. "Mezzo pieno perché quattro giornate al mese è meglio di niente. E poi almeno si potrà mandare musica amplificata anche all'esterno. Mezzo vuoto perché questo non può essere un punto d'arrivo, occorre un tavolo tecnico che coinvolga gli esercenti. Non è questo il modo di rivitalizzare una città che in alcuni periodi dell'anno è morta."
 
Gianluca Facchinelli del Caffè Olimpia, anch'esso su via Belenzani, sembra invece decisamente scoraggiato e sottolinea le difficoltà di interlocuzione con il vicinato, indisposto a suo avviso a sopportare le serate di musica."Non abbiamo ritorno, dunque non m'interessa il nuovo regolamento. Il vero problema sono sempre stati rapporti con gli abitanti della zona".
 
Più combattiva Wilma Tomasi del Caffè 34 di piazza Duomo. La signora Tomasi, che critica da tempo la scarsa attenzione riservata dall'amministrazione pubblica ai locali del centro storico, ci racconta le sue vicissitudini: "Nel 2009, quando avevammo appena aperto, avevo avuto l'idea di far suonare qui davanti il pianoforte la domenica mattina: musica classica per creare una bella atmosfera. Be', vennero i vigili e fui costretta a smettere. Sono anni ormai che mi batto per dare un po' di vita a questa meravigliosa piazza. Se non ci fossero i bar, sarebbe completamente deserta e probabilmente meno sicura. Non riescono a capire che con la nostra presenza, oltre a rivitalizzare la città, garantiamo anche una certa sicurezza". Poi affonda il colpo: "Questa è una città di studenti, io l'ho vissuta negli anni sessanta, c'era molta più vita di adesso: non è possibile andare indietro invece che in avanti. Il nuovo regolamento è sicuramente un passo in avanti, ma mi sembra di vivere in un altro mondo. Nel 2012 dobbiamo ancora elemosinare la musica dal vivo!".
 
Insomma, la faccenda non sembra finire qui. Da una parte, i gestori dei locali, che vorrebbero avere più libertà per organizzare eventi musicali e ravvivare in tal modo il centro della città. Dall'altra, gli abitanti della zona, che sembrano mal sopportare persino lo spostamento di sedie dall'esterno all'interno degli esercizi. In mezzo ci sono il sindaco e il Consiglio, che dovrebbero mediare tra le parti e deliberare soluzioni più o meno condivise e funzionali. Infine ci sono i tanti studenti, che trovano con difficoltà (per usare un eufemismo) luoghi e occasioni in cui ascoltare musica dal vivo. 
 
Per il momento, dunque, a spuntarla è la richiesta di quiete. Mentre a rimetterci è la vitalità di una città che avrebbe le carte in regola per soddisfare i bisogni di tutti (divertimento e musica per i giovani e vivibilità per gli abitanti) ma che non riesce a far coesistere le due cose.   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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