Trentino giallo o arancione? Si attende il monitoraggio
La decisione sarà presa nella giornata di venerdì 15 sulla base dei dati forniti dall'Iss. In ogni caso il "cambio colore" dovrebbe entrare in vigore da domenica 17 gennaio
Giallo, rosso o arancione? L'Italia è in attesa della decisione, che verrà presa nella giornata di venerdì 15 gennaio dal ministro della Sanità Roberto Speranza sulla scorta del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. In ogni caso, come ha spiegato anche il governatore trentntino Maurizio Fugatti a margine di un incontro telematico tra Governo e Regioni, il "cambio colore" sarà in vigore da domenica 17 gennaio.
Le regole, però, sono cambiate: "Chi prima aveva numeri da zona gialla potrebbe entrare in zona arancione" spiega il presidente, lasciando intendere che questa volta per il Trentinoil rischio di diventare zona arancione è molto alto. Le soglie di accesso RT scendono a 1 per arancione e a 1,25 per rossa. Ma si va in arancione anche semplicemente con rischio alto sulla base dei “21 criteri”. La zona arancione, lo ricordiamo, comporta sostanzialmente tre restrizioni particolarmente importanti:
- il divieto di spostamento dal proprio Comune
- la chiusura di bar e ristoranti
- la chiusura dei centri commerciali nei weekend
Il nuovo Decreto Legge ed il Dpcm in arrivo
Nel frattempo il Consiglio dei Ministri ha emanato un nuovo Decreto Legge, che entrerà in vigore sabato 16 gennaio. Tutte le norme saranno valide fino al 5 marzo. Diverso però il discorso sul divieto di mobilità tra regioni dello Stivale (anche le gialle): lo stop al momento viene fissato solo fino al 15 febbraio. Tra un mese si farà il punto della situazione, nella speranza che non si sia assistito a una robusta ripresa dell'epidemia rispetto al quadro attuale, già problematico: resta scontato che per motivi urgenti, di salute, lavoro, necessità, ci si può muovere da una regione all'altra, portando con sé l'autocertificazione oppure compilandola insieme alle forze dell'ordine in caso di controllo durante il viaggio.
Le date segnate in rosso: 15 febbraio, 5 marzo, 30 aprile... e 31 luglio
Febbraio potrebbe essere il mese in cui il divieto di spostamenti tra regioni (almeno quelle gialle, se ve ne saranno) cadrà. A metà mese, il 15, potrebbero esserci novità. Scade a metà febrbaio anche la chiusura degli impianti da sci: si potrebbe tornare a sciare dal 16 febbraio 2021. È difficile però credere che qualche impianto aprirà così in là, sempre che sia data tale possibilità.
Il 5 marzo 2021 è un giorno spartiacque. Scadono le norme e i divieti stabiliti dal nuovo Dpcm entrato in vigore il 16 gennaio. Scade la chiusura delle palestre, piscine e cinema. Inoltre fino al 5 marzo sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa; poi fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi delle singole province.
Difficile guardare più in là del 30 aprile 2021 oggi come oggi. Viene prorogato lo stato di emergenza dal 31 gennaio all'ultimo giorno di aprile. Lo stato d'emergenza era stato dichiarato per la prima volta a fine gennaio 2020, ed è sempre stato prorogato in conseguenza della dichiarazione di 'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale' da parte della Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il Comitato tecnico-scientifico aveva invitato il governo a prorogare lo stato d’emergenza oltre la data del 30 aprile, arrivando fino al 31 luglio. Il 31 luglio è l'ultima data entro cui è prorogabile senza un passaggio parlamentare. Grazie allo stato d’emergenza il governo può legiferare con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, rispettando i limiti previsti dalle norme vigenti. Per questo motivo il governo ha deciso molto spesso di ricorrere all’uso dei dpcm e delle ordinanze ministeriali, in deroga a quanto solitamente previsto in casi normali.