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Protonterapia, Zeni in pressing sul ministero

L'assessore preme per il riconoscimento di tutte le cure anti tumorali del centro nei livelli essenziali di assistenza. La struttura è sotto utilizzata, il centro tratta in media 100 pazienti l'anno a fronte dei 700 necessari per far funzionare la sede trentina a regime

Il centro di Protonterapia a Trento, costato 104 milioni di euro, è un polo di avanguardia nella cura dei tumori: il suo futuro è però a rischio. La struttura è sotto utilizzata, il centro tratta in media 100 pazienti l'anno a fronte dei 700 necessari per far funzionare la sede trentina a regime. Il nodo, come evidenziato  dal convegno internazionale che si è svolto nel weekend nel capoluogo alla presenza di studiosi provenienti dall'America Asia ed Europa, è rappresentato  dalla decisione del ministero che dovrà occuparsi di stabilire  per quali patologie ci si potrà avvalere del centro di protonterapia di Trento, nell'ambito delle prestazioni autorizzate dal servizio sanitario nazionale, i cosiddetti LEA - livelli essenziali di assistenza. Della questione si sta occupando l'assessore provinciale Luca Zeni, che sta facendo pressing sul ministero anche per la deroga sui punti nascita di valle.

 

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