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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Lavoratori del Muse senza orari e diritti: in quattro anni si sono dimessi in 120

Da anni didattica, biglietteria e prenotazioni sono affidati a personale assunto da cooperative, in appalto

Da anni al Museo delle scienze (Muse) di Trento didattica, biglietteria e prenotazioni sono affidati a personale assunto da cooperative, in appalto. Così il diritto dei lavoratori alle ferie, a un orario chiaro e comunicato con congruo anticipo, nonché alla fruizione dei permessi rimane vittima del rimpallo delle responsabilità tra il museo e le cooperative.

Per questo oggi, giovedì 9 giugno, la Cgil ha organizzato un presidio davanti alla sede del museo. “Il primo appalto - ha spiegato Roberta Piersanti - è del 2018: da allora 120 professionisti si sono dimessi per l'inconciliabilità del lavoro con la vita extralavorativa. Le problematiche sono molte”.

Ad oggi le cooperative coinvolte sono Csv (subentrata alla fallita Mimosa), Socioculturale e Coopculture. Tutti i contratti continuano a non indicare alcun orario di lavoro, come imporrebbe invece la legge. Non solo: i lavoratori sono tutti part time, ma i turni vengono imposti sull’intera giornata, così può succedere che si lavorino tre ore al giorno, ma spezzate, impegnando così di fatto il lavoratore per l’intera giornata. Anche a voler sfruttare poi i “momenti buchi” le continue modifiche di turno all’ultimo rendono di fatto questa opzione impraticabile. I turni spesso vengono comunicati il venerdì per i primi tre giorni della settimana successiva e il mercoledì per i restanti quattro. A tal proposito il Muse fa sapere di aver sistemato le modalità di prenotazione e che questa situazione non è loro ascrivibile.

Dal medico, infine, si può andare solo mettendosi in ferie, ma molte delle ferie segnate come fruite nelle buste paga non sono state né richieste dai lavoratori né imposte dal datore di lavoro: sono state utilizzate a posteriori per completare l’orario di lavoro, come strumento di gestione dello stesso.

Alla manifestazione erano presenti anche i partiti Sinistra italiana (Si) ed Europa verde. “I dipendenti del Muse, fiore all’occhiello della cultura cittadina, da anni devono subire condizioni di lavoro precarie, in un clima tendenzialmente competitivo e poco rispettoso delle persone - afferma la segretaria provinciale di Si Renata Attolini -. Chi in questi anni è rimasto lo ha fatto perché crede fermamente nel valore altamente educativo del proprio lavoro, perché il clima tra dipendenti è molto collaborativo, perché il contatto con utenti di ogni età sa dare profonde gratificazioni. Riteniamo sia tempo che la Giunta Provinciale si faccia carico di definire modi e tempi per risolvere situazioni inaccettabili definendo regole che rispettino la dignità dei lavoratori”.

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