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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico

Gruppi acquisto solidale: non solo cibo ma educazione al consumo

La filosofia che sta alla base dei Gas è il consumo di alimenti a chilometri zero (cioè prodotti il più vicino possibile alla zona di residenza dei consumatori)

Si chiamano Gruppi di acquisto solidale, ma sono meglio noti come "Gas". A Trento e dintorni se ne contano quasi una ventina (17 secondo la lista di Trentino Arcobaleno), ma il numero aumenta se guardiamo oltre i confini comunali. Negli anni, infatti, i gruppi di acquisto sono nati anche in Valsugana (3), in valle di Cembra (1), in valle di Non (1), in valle dei Laghi (4), in Vallagarina (2), in Rotaliana (2).

Ci sono poi gas di "rilevanza provinciale", perché coinvolgono un numero di famiglie più elevato rispetto ai normali gruppi di quartiere, che solitamente contano una quarantina di famiglie. Si tratta del Gas "La credenza", che copre sostanzialmente gran parte del Trentino (Pergine, Bassa Valsugana, Trento, Pinè, Valle del Chiese, Valle dei Laghi, Alta Val di Fiemme e Fassa, Giudicarie Esteriori, La Busa, Rendena, Bassa Val di Fiemme) e del gruppo "el caret", le cui attività "sono caratterizzate dalla formazione per una alimentazione cosciente, da principi etici basati sulla fiducia e non solo legati alle etichette (biologico, ecc.), dalla raccolta di prodotti naturali della natura (frutti di stagione genuini, non trattati ed abbandonati, prodotti fitoterapici del bosco, ecc.) e la loro trasformazione casalinga".

La filosofia che sta alla base dei Gas è il consumo di alimenti a chilometri zero (cioè prodotti il più vicino possibile alla zona di residenza dei consumatori), non trattati chimicamente e rispettosi dell'ambiente (quindi niente pesticidi, addittivi e sostanze che utilizzate nelle produzioni industriali per aumentare il volume dei frutti). Ma i Gas non acquistano soltano prodotti trentini: per alcuni gruppi la qualità va ricercata anche in altre parti d'Italia e perfino del mondo, come avviene ad esempio per il caffè "zapatista" del Messico o per lo zucchero non lavorato del Brasile. Ma gli acquisti solidali non contemplano soltano alimenti sani e non trattati, c'è anche l'abbigliamento. Ad esempio l'azienda Astorflex di Cremona, che produce scarpe, serve cinque Gas trentini, mentre Agave (Brescia) fornisce calze.

"C'è certamente un aumento di partecipazione ai Gas ed un interesse sempre maggiore a questi temi - spiega Dario Michelon, anima del Gas "La credenza" -. Dipende anche dal fatto che si tende a risparmiare cercando di mangiare cose buone: si saltano gli intermediari e ci si affida direttamente ad un produttore, questo è lo spirito. Poi ci sono dei prodotti che in Trentino ovviamente non ci sono, ad esempio le arance (che noi prendiamo in Sicilia) o l'olio (che in Trentino, se biologico, è molto caro). Si potrebbe fare di più per incrementare i pochi produttori che ci sono ad avere uno sbocco oltre ai Gas, insomma oltre alle belle parole bisognerebbe fare qualcosa".

Si dice che per un produttore, avere le certificazioni biologiche si traduca in costi difficilmente sostenibili: le risulta? "Gli organismi di controllo sul biologico hanno delle norme precise e quelli con cui siamo in contatto dicono che il problema è un discorso di costi. Ma va detto che la Provincia da contributi, mi pare fino al 60%, per la certificazione. A volte quindi il discorso sui costi è chiaramente una scusa perché è più facile seguire il mercato. Io ricevo ogni settimana cinque o sei email di produttori biologici da tutta Italia, quindi la domanda c'è. Certo bisogna fidarsi del produttore, noi infatti cerchiamo sempre di avere un contatto diretto, per verificare di persona la qualità".

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