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Agitazione

Benzinai trentini sul piede di guerra: sarà sciopero?

Il presidente della Faib Federico Corsi spiega i motivi della protesta e lancia l’ipotesi: bonus accise fino ad aprile

“Nelle prossime ore ci confronteremo con il direttivo provinciale e regionale, usciranno delle proposte oltre a valutare la possibilità dello sciopero. Vogliamo capire quale tipo di protesta possa essere più efficace per il nostro territorio: magari la discontinuità del servizio o una modalità di erogazione tolta dagli impianti. Vedremo. Quel che è certo è che faremo sentire la nostra voce”.

È con queste parole che Federico Corsi, presidente della Faib (Federazione autonoma italiana benzinai) del Trentino, spiega come si sta muovendo la categoria in vista del 25 e 26 gennaio, date nelle quali la Faib nazionale ha dichiarato uno sciopero delle stazioni di rifornimento contro il cosiddetto “Decreto trasparenza”, con monitoraggio giornaliero e obbligo di esposizione del prezzo alla pompa.

Ed è con questo decreto che si è arrivati ad una sorta di punto di non ritorno che ha condotto alla mobilitazione, come continua a spiegare Corsi: “Le cose non vanno bene per niente. Misure come questa vanno contro l’anello debole del sistema, il gestore. Sarebbe stato più utile confrontarsi prima di una misura così. Apporre cartello in più può generare confusione, crea litigi con i clienti”.

Ma la soluzione per il presidente dei benzinai trentini qual è? “Bisogna smetterla di fare esperimenti sulla pelle del consumatore e su quella della categoria. Avere un po’ più di serietà, condurre proposte e poi tavoli tecnici e valutare la fattibilità delle cose. Noi chiediamo il ripristino del bonus sulle accise e di tenerlo fino ad aprile. E che questa misura beffarda venga cancellata”.

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