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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Stava portando in Italia sei persone illegalmente: "passatore" arrestato al Brennero

Di fronte all’evidenza dei fatti, il conducente ha deciso spontaneamente di raccontare tutto

È stato arrestato dalla Guardia di finanza altoatesina giovedì 10 novembre, alla barriera autostradale A22 di Vipiteno, il 43enne indiano e residente in Italia, alla guida di un monovolume sul quale stava cercando di far entrare illegalmente sei connazionali. 

Appena fermata l’autovettura, i finanzieri si sono accorti che ci fosse qualcosa di anomalo. Il conducente era l’unico in possesso di documenti d’identificazione da cui risulta la residenza da diversi anni nel bresciano, insieme alla sua famiglia. 

Tutti gli altri passeggeri, che non parlavano alcuna lingua europea, ma solo l’urdu, si sono limitati a dichiarare di essere richiedenti asilo in Austria, mostrando la ricevuta dell’istanza a tal fine presentata, senza tuttavia riuscire a giustificare il motivo dell’ingresso in Italia. 

Vista la difficoltà d’identificare i passeggeri, il controllo è proseguito in caserma, dove è stata accertata l’irregolarità dei sei indiani. In particolare, i militari, con l’ausilio di un interprete, hanno confrontato le foto e i messaggi di Whatsapp, mostrati dal conducente nel tentativo di spiegare le ragioni del viaggio, con le dichiarazioni fornite dai passeggeri e i documenti rinvenuti nel veicolo. 

Il confronto ha fatto emergere incongruenze lampanti: pur raccontando di aver solamente dato un passaggio ai sei connazionali e di essersi recato all’estero per cercare un impiego (in quanto disoccupato), l’autista, visti anche i ristrettissimi tempi che risultavano dai ticket autostradali, non riusciva a dare indicazioni plausibili in merito alla località in cui aveva sostenuto il colloquio di lavoro, sui motivi per i quali avesse chiesto in prestito a un amico un’auto con sette posti, di come facesse a conoscere il punto esatto di ritrovo dei sei indiani. 

Di fronte all’evidenza dei fatti, il conducente ha deciso spontaneamente di raccontare tutto, dichiarando che, per il “servizio” di trasporto, gli era stato promesso, da uno sconosciuto, un compenso in denaro. Il “passatore” è stato, quindi, immediatamente arrestato per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Infine sono stati sequestri i telefoni e alcune carte di credito trovate nell’abitacolo del veicolo. “Si precisa che sussiste la presunzione d’innocenza della persona sottoposta a indagini sino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabile” conclude la nota.

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