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Cronaca

Pergine: contro la crisi riscoprire il "noi"

A Pergine gli "stati generali" della crisi: economica, politica, sociale. Parrocchie, cooperazione, amministrazione si dichiarano disponibili ad un percorso insieme per trovare soluzioni ad un momento di difficoltà che non è congiunturale, ma cambierà profondamente la nostra società

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

La fotografia della situazione la fa un pensionato, che ha investito i suoi risparmi della vita lavorativa nel "mattone". Figlia 35enne, da gennaio in disoccupazione, figlio 31enne che lavorerà fino a luglio. Il padre pensa che in prospettiva i suoi figli possano fare fatica ad avere un reddito per mantenere il patrimonio immobiliare di famiglia.
Oltre 200 persone hanno risposto martedì sera all'invito delle comunità cristiane dell'Alta Valsugana al Teatro don Bosco di Pergine, per cercare soluzioni condivise alle sfide sociali. C'erano più padri che figli ed il motivo dominante è quello della «vulnerabilità - spiega Luciano Malfer, dirigente dell'Agenzia provinciale per la famiglia - quell'incertezza che caratterizza la quotidianità».
Un percorso comunitario per capire cosa sta succedendo oggi che è già stato sperimentato a Civezzano. «Senza ombra di dubbio - spiega Guido Casagrande, del consiglio pastorale di Civezzano - questa crisi è una chance per intessere nuove trame di relazioni e ci ricorda così che nessuno si salva da solo. Non si tratta di creare una nuova Onlus, ma una nuova idea di società».
Non si tratta di un problema congiunturale, come sottolinea l'economista Michele Andreaus, ma la «prospettiva futura sarà quella di mettere in discussione tutto». In Alta Valsugana nel quarto trimestre del 2013 le assunzioni sono calate del 6%, «c'è qualche segnale positivo nell'industria e nell'edilizia, ma sono insufficienti per colmare il buco nell'occupazione. Non manca nulla sul piano turistico, il capitale c'è, bisogna trovare il modo di farlo fruttare con un maggiore spirito di comunità». Nella pratica Andreaus parla della valorizzazione del Colle di Tenna e della creazione di attività sulla Panarotta. Il sindaco Roberto Oss Emer ricorda gli incentivi per riutilizzo di aree incolte: «possiamo riuscire a dare un incentivo congiunto al metro quadro di 3-4 euro tra Comune, Cassa Rurale e magari aziende vinicole disposte a metterci propri finanziamenti per il recupero di alcune tipologie di vigneti».
Accanto alle questioni meramente economiche c'è anche quella che don Lauro Tisi chiama «la rieducazione al noi, alla capacità di cooperare e desiderare». Don Remo Vanzetta si chiede ad esempio «perchè non far ritornare ad incontrare le associazioni che operano nel sociale?». Emanuele Curzel, consigliere Pd in Comunità di valle, considerando il 47% di non votanti domenica alle Europee sottolinea come «manchi una dimensione politica e collettiva». Un altro modo di vedere il noi è quello delle politiche famigliari, che Malfer vorrebbe come «modello di attrattività in Trentino».
Franco Senesi, presidente della Rurale di Pergine, è per il lavorare meno lavorare tutti e sottolinea come nella zona dell'Alta Valsugana «non ci sia un'attività particolarmente più forte, nelle realtà trentine dove c'è un settore trainante vi è una situazione migliore».
Una serata nella quale non sono usciti molti spunti concreti, ma è invece emersa una nuova voglia di apertura anche da parte della «Chiesa - spiega Tisi - che per prima si è chiusa troppo dentro sé stessa». Un nuovo umanesimo nel quale si possa «respirare il noi come una nuova opportunità. Come è vuoto il cielo dell'uomo ossessionato da sé stesso!». Il dibattito è aperto, non solo per gestire l'emergenza ma anche nella prospettiva di creare nuovo lavoro. In una classifica del World Economic Forum l'Italia è al 117esimo posto su 130 paesi per la capacità di mantenere giovani talenti, al 126esimo su 130 nella capacità di attrarre talenti. Per cominciare quindi basterebbe provare a non far scappare i giovani.

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