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Cronaca

Parte il processo 'Perfido': è il primo in Trentino su presunte infiltrazioni di 'ndrangheta

In mattinata davanti al tribunale di Trento il presidio dell'associazione Libera. Morra: "La mafia cerca ricchezza in Trentino"

Si è aperto nella mattinata di venerdì 21 gennaio a Trento il processo "Perfido", il primo che si occupa delle presunte infiltrazioni di 'ndrangheta nel tessuto economico provinciale, e in particolare nel settore del porfido, nello specifico in Val di Cembra. Una data quindi particolarmente simbolica per il territorio, tanto che è intervenuto a Trento anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra: "La mia presenza oggi, in una comunità che in passato non ha mai registrato processi per mafia, è doverosa. Bisogna prevenire - aggiuge -, perché la mafia cerca la ricchezza e il Trentino è un territorio ricco. La 'ndrangheta è l'organizzazione mafiosa più importante d'Europa, con enormi capacità finanziarie e la prevenzione è l'unica via di salvezza" ha detto Morra.

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Fuori dal tribunale il presidio dell'associazione Libera, cui hanno partecipato anche alcuni rappresentati dei sindacati e di Futura Trentino: "Oggi vogliamo ricordare e ringraziare chi, in questi anni, molto spesso in solitudine, senza paura ha denunciato, scritto e parlato anche subendo intimidazioni e minacce" commenta il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella. "Non siamo quell'isola felice che ci hanno fatto credere di essere - continua -, ormai si sa che le organizzazioni criminali mafiose operano in settori tra i più disparati e sempre più spesso nel nord Italia e nel nord Europa. Spetta a noi, cittadini, istituzioni, categorie mantenere alta l'attenzione e mettere in atto ogni strumento di controllo e prevenzione contro infiltrazioni mafiose nel nostro territorio" conclude Zanella.

Presente anche il consigliere del MoVimento 5 Stelle Alex Marini, che ha evidenziato anche la grande partecipazione dimostrata dalla società civile, "segno che c'è interesse e attenzione verso il rischio dell'infiltrazione criminale nella nostra Provincia. Si tratta di un patrimonio decisivo per sviluppare la consapevolezza sociale necessaria a impedire l'accesso e lo sviluppo delle mafie sul territorio".

Sono 18 gli imputati nel processo, di cui 15 devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione di armi, voto di scambio, violenza, intrusione informativa e vari falsi. La Provincia autonoma di Trento, insieme ai sindacati e alla stessa associazione Libera, si è costituita parte civile.

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