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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Carisolo / Ghiacciaio Presena

Presena: ossa umane trovate in una bandiera italiana

Ad accorgersi di qualcosa che spuntava tra le rocce è stato un escursionista, che poi ha avvertito Soprintendenza e carabinieri

Un cranio ed un femore, appartenuti probabilmente ad un soldato idella Grande Guerra. Fore italiano, ma non c'è certezza. Così, almeno, farebbe pensare l'involucro nel quale sono stati trovati: un tricolore. Il primo ad accorgersi di qualcosa che spuntava tra le rocce è stato un escursionista. Il ritrovamento è avvenuto sulla cima del Cornicciolo di Presena, a 2.900 metri di quota, ai piedi del ghiacciaio che fu teatro di asprissimi scontri tra l'esercito italiano e quello austroungarico dal 1915 al 1918. Nella stessa zona, nel 2012, fu ritrovato il corpo di un altro soldato. 

Quando l'escursionista si è reso conto di ciò che stava tenendo tra le mani lo ha saggiamente rimesso tra le rocce, al riparo dalle intemperie. Poi ha segnalato il luogo con una croce di legno e, una volta tornato a valle, ha contattato la Soprintendenza per i Beni Culturali. I reperti ossei, infatti, sono da considerarsi a tutti gli effetti un reperto archeologico ma, trattandosi di resti umani, sono stati allertati anche i carabinieri.

Impossibile dire se sia un soldato italiano o austriaco

E' stato il maresciallo della stazione di Vermglio, accompagnato da una guida alpina e dai tecnici della stessa Soprintendenza, a dare il nulla osta: i resti sono stati portati presso gli uffici archeologici della Provincia in attea delle analisi dell'anatomopatologo. Nel frattempo sono state avvisate sia le autorità italiane che quelle austriache: per l'Italia il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, che dipende dal Ministero della Difesa, e per l'Austria la Croce Nera, associazione che dipende dall'analogo ministero a Vienna. 

C'è infatti un ulteriore elemento di mistero nel ritrovamento: la bandiera che avvolge femore e cranio è recente, sicuramente posteriore all'epoca della Grande Guerra. "Nelle montagne trentine sono circa uno o due all’anno i ritrovamenti dei resti di soldati morti durante la Grande Guerra - scrive la Soprintendenza - ed è molto difficile risalire all’identità dei militari. Anche in questo caso, nonostante la bandiera italiana che avvolgeva i resti non è ancora possibile stabilire a quale esercito appartenesse il soldato. Si tratta infatti di una bandiera recente, il che fa pensare ad un ritrovamento precedente non segnalato alle autorità". 

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