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Cronaca

Omicron frena, ma il peso sugli ospedali si sente ancora

I dati del monitoraggio Iss-ministero della Salute: in Italia calano incidenza e ricoveri. Trentino in vetta per terapie intensive occupate

La quarta ondata della pandemia di coronavirus, trainata dalla nuova variante Omicron, sembra dare i primi cenni di frenata. Dopo settimane con contagi sopra i 200mila casi giornalieri, negli ultimi giorni il virus ha iniziato a rallentare, come testimoniano i dati contenuti nel consueto monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute e raccolti da Today. In calo sia l'indice Rt, di nuovo sotto l'1, e l'incidenza, così come i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti di area medica in ospedale. Al monitoraggio di venerdì il Trentino arriva ballando pericolosamente intorno alla soglia del 30% sia per quanto riguarda l'occupazione dei reparti in area medica (in risalita al 29%), sia per quanto riguarda le terapie intensive. In quest'ultimo caso, la provincia ha il dato più alto d'Italia, con il 27,8% di rianimazioni occupate da malati covid. Seguono le Marche (al 27,3%) e il Friuli Venezia Giulia (al 23,4%).

area medica 28 gennaio-2

terapie intensive 28 gennaio-2

Indice Rt in calo 

"Si osserva - si legge nel documento - una diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.823 ogni 100.000 abitanti (21 -27 gennaio) contro 2011 ogni 100mila abitanti (14-20 gennaio), dati flusso ministero Salute. Nel periodo 5– 18 gennaio, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,86 – 1,18), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica".

"Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 16,7% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 27 gennaio) contro 17,3% (rilevazione al 20 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 30,4% (rilevazione ministero della Salute al 27 gennaio) contro 31,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 gennaio)", prosegue il report.

Le regioni a rischio alto

Nonostante si tratti di dati incoraggianti, è ancora presto per cantare vittoria. Secondo il quadro delineato dall'Iss, ci sono ''quattro Regioni e province autonome classificate a rischio alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati; 9 Regioni risultano classificate a rischio Moderato. Tra queste, tre Regioni e province autonome sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Otto Regioni e province sono classificate a rischio basso". "Sono 15 le Regioni e province autonome che riportano almeno una singola allerta di resilienza – aggiungono gli esperti - Quattro Regioni riportano molteplici allerte di resilienza".

"Rimane stabile il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (652.401 contro 658.168 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% contro 15% la scorsa settimana). È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% contro 41%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% contro 44%)", evidenzia il report.

Fonte: Today.it

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