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Cronaca

Scatta l'indagine della polizia postale sulle chat no-vax di Telegram. Messaggi anche dal Trentino

Mercoledì è andata quasi deserta la manifestazione di protesta nelle stazioni di Trento e Rovereto

La manifestazione convocata via Telegram dai no-vax e no-green pass per protestare contro la certificazione verde obbligatoria è stata un mezzo flop: pochissime persone nelle stazioni, praticamente nessuna a Trento e Rovereto, tanto che non ci sono stati disagi o rallentamenti alla circolazione dei treni.

Ora però, la chat 'Basta dittatura!' di Telegram, dove recentemente sono stati pubblicati indirizzi e numeri di telefono di virologi, medici e politici, è finita nel mirino della Polizia postale, che indaga per istigazione a delinquere con l'aggravante dell'utilizzo di mezzi informatici con finalità terroristiche.

Come detto, anche il Trentino non fa eccezione: è una chat trasversale, che raccoglie persone quasi da tutta Italia. Tra i messaggi però, quasi tutti si nascondono dietro un nickname. "È un'investigazione piuttosto complessa, gli iscritti ai canali sono tantissimi", ammette parlando con l'agenzia Ansa il direttore della Postale Nunzia Ciardi, che coordina gli agenti esperti della rete per identificare i soggetti: "Seguiamo attentamente la situazione fin dall'esordio e controlliamo i gruppi con le difficoltà connesse al fatto che Telegram è una piattaforma che non ha sede in Italia. Ci sono quindi anche difficoltà connesse alla legislazione applicabile".

Ma non si può escludere che già nelle prossime ore arrivino i primi indagati. È stretta anche l'interazione con tutte le articolazioni delle forze dell'ordine, tra cui Digos e dipartimento dell'ordine pubblico. "Dobbiamo dare un nome e un volto a chi scrive una determinata frase, ad esempio di minaccia: non è una cosa immediata, ma contiamo di arrivarci il prima possibile", aggiunge Ciardi, per la quale si tratta "di una galassia trasversale. Questi utenti minacciano fisicamente le persone, dicono di inserire indirizzi o numeri di telefono e creare una sorta di lista di linciaggio, che potrebbe essere foriera di atti di violenza". Anche per questo la Procura di Torino ha incardinato un fascicolo dove si ipotizza, tra i reati, quello che comprende le finalità terroristiche. E nonostante "il fenomeno sia aumentato, annunciando grandi mobilitazioni, la strategia di contrasto messa in campo dal Viminale ha già avuto un suo effetto in queste ore".

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