Sorveglianza speciale per l'anarchico Passamani: il Tribunale respinge la richiesta della Procura

Nuova udienza e nuovo presidio di solidarietà oggi per Massimo Passamani, attivista anarchico trentino già condannato per le due occupazioni dell'Asilo Manzoni e, con l'accusa di associazione eversiva, per le proteste al cantiere della Tav in Val di Susa. Il Tribunale di Trento ha respinto la richiesta di sorveglianza speciale per due anni avanzata dalla Procura di Trento.

Non sussistono infatti gli estremi di "pubblica sicurezza" per Passamani che per l'udienza ha rilasciato delle dichiarazioni contenute in un lungo testo letto a sua difesa: "Non ho alcuna intenzione di cambiare condotta e non esiste misura che possa tenermi lontano dai miei compagni e dalle lotte" - ha dichiarato il leader degli anarchici roveretani - "Se cercare di mettere in pratica i princìpi dell’etica più alta che per me l’umanità abbia finora concepito ovvero il sogno di un mondo senza servi né padroni, la fine di ogni privilegio economico e di ogni dominio politico attraverso la rivoluzione sociale, significa essere un “delinquente abituale”, allora, sì, sono un delinquente abituale".

L'arresto per Passamani era avvenuto all'interno dell'operazione "Ioxididae", in latino "zecche", termine con il quale negli ambienti di estrema destra (sembra che l'espressione risalga a Mussolini) si indicano comunisti, anarchici ed attivisti dell'antagonismo in generale. Tra le motivazioni della richiesta la Procura ha insistito sul fatto che l'occupazione di immobili sia di per sè un'attività che attenta alla pubblica sicurezza. La motivazione tuttavia non è parsa sufficiente ai giudici per applicare una misura molto severa, applicata solitamente in casi di mafia e terrorismo.