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Muse nella bufera: si cercano fotografi per l'evento ma il compenso è "simbolico"

Un idea nata, pensiamo noi, con buone intenzioni che però non si sottrae alla logica perversa che sta uccidendo i lavori creativi: una serata di lavoro in cambio di una prestigiosa collaborazione da inserire nel curriculum ed un compenso di 50 euro. E su facebook si scatenano le polemiche...

La logica è sempre la stessa: poter mettere nel proprio curriculum una collaborazione prestigiosa in cambio di un compenso "simbolico". Una logica che non risparmia nemmeno uno dei più prestigiosi musei italiani, il Muse di Trento, che ha pubblicato sul proprio sito un avviso (clicca qui): si cercano sette fotografi e tre videomaker per documentare il compleanno del Museo, che si terrà sabato 19 luglio con una serie di attività in programma, ad ogni volontario, selezionato tramite invio di portfolio, verrà corrisposto un compenso forfettario di 50 euro. La proposta, ideata, pensiamo noi, con l'intenzione di dare una "chance" a giovani fotoamatori sta suscitando su facebook aspre polemiche. Da una parte fa infuriare i professionisti, che vedono dietro all'iniziativa il tentativo di andare al risparmio, dall'altra gli "amatori", giovani appassionati di fotografia, a cui viene comunque chiesta una certa dose di professionalità visto che per entrare nel "team" dell'anniversario si viene selezionati in base al materiale già prodotto ed al curriculum. In pratica si cercano volontari ma l'evento non è aperto a tutti. 

Il Muse ha subito precisato che la proposta non è rivolta a professionisti (particolare non specificato nel bando) bensì ad amatori ma, ci chiediamo noi e si chiedono i tanti che stanno rispondendo tra l'ironico ed il disperato al post, come è possibile che un ragazzo o una ragazza "appassionati" possano diventare un giorno professionisti, con tutte le spese che ciò comporta, se questa professionalità non viene, prima o poi, riconosciuta anche economicamente, soprattutto da enti istituzionali come un museo? "Non sono un professionista, ma sto studiando per diventarlo e questa iniziativa la vivo come un palo tra le ruote della bicicletta. Io posso capire che i budget siano ridotti e che ci sia la crisi per tutti. Ma non riesco a spiegarmi come possa un fotografo di professione riuscire a far capire alle persone il rispetto per il suo lavoro, se poi esistono enti con una così grande visibilità che gli remano contro" si legge in un commento su facebook "non basta dire di rispettare i lavori creativi per farlo davvero".

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