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Cronaca Pergine Valsugana

Multa elettorale per l'adesivo sulla macchina: Claudio Cia si difende

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del consigliere comunale Claudio Cia. Come candidato alle elezioni provinciali aveva attaccato un adesivo della sua lista sulla sua auto, una mossa contestata dalla Polizia Locale che gli ha comminato una multa da 419 euro. In una lettera alla stampa Cia espone le sue ragioni

Signor Direttore,

ci sono persone che hanno rinunciato al buon senso e quando queste indossano una divisa sono pure pericolose, usano il potere a loro conferito per dimostrare che loro "possono": l’etica delle loro azioni non è quella di essere a fianco del cittadino, di facilitare il rispetto della legge bensì quella di umiliarlo e derubarlo in nome della stessa legge.

Il 4 ottobre agenti della Polizia Locale di Pergine Valsugana mi hanno fermato per contestarmi un sorpasso non legale e per questo ha pagato 84 euro la mattina successiva. A distanza di 46 giorni eccomi arrivare un verbale, dalla stessa polizia, che mi contesta di aver usato la mia macchina per fare pubblicità elettorale, a loro dire, non consentita e per questo ora mi chiedono di pagare una multa di 419 euro.

L’art. 57 comma 1 del regolamento di esecuzione del codice della strada consente la posizione del marchio e della ragione sociale della ditta a cui appartiene il veicolo: preciso che in qualità di candidato alle recenti elezioni provinciali le indicazioni apposte sul mezzo sono da ritenersi analoghe ad un marchio riferito al soggetto politico di cui io sono rappresentante recando peraltro anche il mio indirizzo web.

Ho agito comunque in buona fede in quanto tali indicazioni sono state utilizzate in vigenza della legge elettorale che prevede la possibilità di esporre propaganda politica su mezzi mobili e in questo caso risulta evidente che il mio veicolo, fermato per la contestazione di un’altra violazione del codice della strada, aveva carattere dinamico e non stazionava o si fermava sulla pubblica via o in prossimità di questa con la volontà di creare un elemento propagandistico fisso.

Tale violazione non mi è stata peraltro contestata immediatamente e, a differenza di quanto indicato nel verbale che mi è stato notificato dagli agenti che effettuarono solo della documentazione fotografica al mezzo, ad una mia richiesta di motivare tale interesse mi è stato chiesto se avevo qualche autorizzazione per esporre gli adesivi sull’auto; il che facevo notare loro che prima di esibirli avevo chiesto un parere verbale ad un’agente della polizia municipale di Trento il quale mi raccomandò solo di attaccarli in modo da non ostacolare la visuale del lunotto posteriore, cosa che ho fatto. A questo punto gli agenti mi hanno riferito che avrebbero fatto delle verifiche senza precisare alcunché su eventuali irregolarità relative agli adesivi apposti.

Se nelle intenzioni degli agenti c'era il rispetto della legge, perché mi è stato consentito di girare per tutto questo tempo in una situazione di illegalità? E come mai né a Trento né in altri comuni mi è stato contestato alcunché? Ho visto girare veicoli di candidati coperti da striscioni elettorali, senza alcun intervento da parte delle forze dell’ordine. Mi viene da pensare che, in questo caso, si sia solo voluto attendere l’esito delle elezioni. L'impressione è che se io fossi stato eletto in consiglio provinciale probabilmente questi agenti, invece di inviarmi una multa, la macchina me l'avrebbero lucidata!

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