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Cronaca

Movida o mancanza di rispetto? Il braccio di ferro a quattro e l'esasperazione dei residenti

Sette gli esposti presentati dal comitato antidegrado di Trento per quanto accade nella notte nell'arcinota zona del centro storico

Sette gli esposti presentati dal comitato antidegrado di Trento per quanto accade nella notte nell'arcinota zona del centro storico. Schiamazzi, musica dai telefonini a tutto volume, bottiglie abbandonate, strade, fioriere e muri usati come orinatoi. "Ora il sindaco Ianeselli ha fatto una nuova ordinanza e siamo molto contenti, ma comunque chi non ci rispetta c'è sempre" raccontano i membri del comitato che, anche nel fine settimana tra il 26 e il 27 giugno hanno fotografato e segnalato quanto accaduto sotto alle loro finestre. "Alla sera quando arrivano, urlando "Siamo tornati, siete contenti?" raccontano dal comitato. Come sottolineato da Antonio Girardi, il presidente dell'Ente gestore Scuola Infanzia Tambosi in una lettera rivolta ai giornali di metà giugno: questa non è movida. Il termine movida indica, solitamente, "la vita notturna, culturale e artistica, particolarmente ricca e vivace" e, guardando alle immagini e ai video, non pare si possano accostare quel termine e quanto accade.

Trento in zona bianca, un'altra notte di movida

Casonato, la sindaca della notte

Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, oltre all'ultima ordinanza, ha nominato la sindaca della notte, una delega data alla consigliera comunale Giulia Casonato "in materia di costruzione di una vivibilità urbana e di una socialità notturna consapevoli e vivaci in città" va in questa direzione. La presentazione ufficiale è avvenuta lunedì 21 giugno, durante la conferenza stampa post Giunta: "L'obiettivo è costruire insieme una vivibilità che sappia tener dentro tutte le esigenze" ha spiegato il sindaco, richiamando anche l'impegno previsto nel programma elettorale di nominare un sindaco della notte.

L'ordinanza firmata da Ianeselli

Un primo passo, ancora, è stato fatto dal sindaco Franco Ianeselli che ha firmato una nuova ordinanza che introduce, proprio come ai tempi delle prime "aperture" primaverili, il divieto di detenzione di bevande dopo le 22.30. L'ordinanza, che sarà valida fino al 25 luglio, riguarda tutta la zona: via S. Maria Maddalena, vicolo S. Maria Maddalena, via Dietro le mura B, via Ferruccio, via Marchetti, vicolo S. Marco e vicolo S. Pietro. Da notare che il testo vieta non solo il consumo ma anche la sola detenzione di bevande, alcoliche e no, in qualsiasi tipo di contenitore, anche chiuso.

La reazione dei residenti

"Riteniamo che questa ordinanza sia un intervento necessario, seppur restrittivo e duro, perché a fronte di ripetuti appelli alla moderazione dei comportamenti a una maggiore educazione e al rispetto delle regole del vivere civile pervenuti dal sindaco, dalle istituzioni e dai residenti in più occasioni e negli incontri, i reali accadimenti delle ultime settimane hanno dimostrato che c'è ancora troppa poca responsabilità e collaborazione in chi gestisce e frequenta questi spazi" scrivono i membri del comitato antidegrado di Trento. "Ringraziamo il sindaco e le istituzioni varie per la sensibilità che stanno dimostrando verso noi residenti che stiamo subendo da troppo tempo questa situazione e lo ringraziamo anche per l'attenzione nel cercare di arginare il fenomeno dell'abuso di alcol con i comportamenti eccessivi che ne derivano, decisione che non potrà che giovare alla salute dei giovani e alla città stessa. Noi non siamo contro il diritto alla socializzazione dei giovani, ma siamo a favore di un divertimento sano, portato avanti da una clientela educata e vivace, che, come ampiamente documentato, non c'è in questa zona della città, non per la maggior parte almeno".

Il primo fine settimana con la nuova ordinanza

Il primo fine settimana con la nuova ordinanza non sarebbe passato proprio liscio, come raccontano i residenti. Il sindaco Ianeselli si è fatto vedere in piazza. Qualche effetto c'è stato, ma non un vero cambio di passo. "Come comitato ci teniamo a ribadire il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine a un sindaco in grado di ascoltare i cittadini, di comprendere il nostro problema e di aiutarci nel cercare di ridare un po' di dignità ad una zona della città che non merita un simile degrado. Ringraziandolo anche per l'attenzione nel cercare di arginare il fenomeno dell'abuso di alcol con i comportamenti eccessivi che ne derivano, decisione che non potrà che giovare alla salute dei giovani e come ribadito alla città stessa. Un grazie sincero da tutti noi. Nonostante questo sabato non sia stato dei migliori perché gente con musica e schiamazzi fino alle 6".

La risposta di Udu

L'ordinanza era stata accolta con parecchio malumore da Udu (Unione Degli Universitari), il sindacato degli studenti universitari di Trento. Subito dopo la pubblicazione dell'ordinanza hanno pubblicato un post sulla loro pagina Facebook: 

Un post, quello pubblicato da Udu, che ha lasciato di stucco l'altra parte coinvolta, quella della Trento che abita in quella zona. Persone alle quali sarebbe addirittura stato detto di andare a vivere da un'altra parte. Ci sono persone che lavorano su turni, chi non riesce più a dormire a causa dei rumori e non riesca a portare i tappi, chi si è appena trasferito e ora è intenzionato a vendere in fretta e anche una donna incinta, alla quale è stato raccomandato il riposo.  

“Purtroppo”, commentano i membri del comitato antidegrado "le dichiarazioni degli studenti UDU ci lasciano molto rammaricati e allo stesso tempo perplessi. Bisogna dire che, come appare agli occhi di tutti guardando le foto e i video pubblicati, quello che succede nella piazzetta del liceo coreutico avviene a partire da ore tarde per un centro abitato (dopo le 23) e culmina con comportamenti esagerati e oltre le righe. Noi residenti ci teniamo a ribadire che non vogliamo una Trento morta alle 21 di sera, ma non vogliamo neanche che qui, in una zona residenziale, si inizi alle 23 a fare festa fino alle 4 del mattino, con tutte le conseguenze che poi ne derivano (sporcizia e rifiuti di ogni genere, anche davanti a scuole e istituzioni pubbliche. La scuola dell'infanzia Tambosi in primis dove la mattina, da quel cancello preso di mira per i bisogni fisiologici, entrano innocenti bambini, il liceo coreutico Bonporti che ha espressamente richiesto di togliere le panchine lordate fino all'indecenza per cercare di distogliere un po' l'inciviltà imperante di chi frequenta la zona e, non da ultimo, la facoltà di Medicina, simbolo per eccellenza di igiene e sanità, ma nella realtà ridotta a orinario a cielo aperto".

Ognuno difende il proprio "orto". C'è chi reclama il diritto alla socialità, chi vuole che le regole vengano rispettate, chi chiede di poter lavorare e chi vuole solo rispetto, come i residenti. "Tutti potrebbero vivere meglio se ci fosse un po' di rispetto" concludono i membri del comitato, "perché forse è questo che manca, prima di ogni altra cosa".

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