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Cronaca via Belenzani

Moretti: "Per la crescita decisiva la qualità del capitale umano"

Al Festival dell'Economia il professore della Berkley University ha spiegato come vi siano forti squilibri fra le diverse aree geografiche, anche all'interno dello stesso Paese. "La crescita nei settori dell’innovazione, fa crescere anche il resto del mercato del lavoro"

L’economia postindustriale, basata sul sapere e sull'innovazione, ha cambiato profondamente il mercato del lavoro, sia per la tipologia dei beni prodotti sia per le modalità e, soprattutto, per le località in cui vengono realizzati, creando enormi disparità geografiche tra regioni e città del mondo.

Enrico Moretti, professore di economia presso l’Università della California, Berkeley e caporedattore del Journal of Economic Perspectives di San Francisco, che con la sua conferenza ha aperto il Festival dell’Economia di Trento, ha dimostrato, dati alla mano, come i luoghi della produzione stiano diventando sempre più importanti nel determinare il successo delle imprese e dei lavoratori.

“A monte – ha detto Moretti – ci sono due forze profonde e strutturali che sono il progresso tecnologico e la globalizzazione. Forze che hanno effetti diversi, in alcuni paesi hanno aumentato la domanda di lavoro, in altri avuto l’effetto contrario, diminuendo la competitività. I fattori che determinano la produttività, oggi, sono soprattutto la scolarizzazione dei lavoratori, la loro creatività e l’investimento in innovazione.

Vi sono forti squilibri fra le diverse aree geografiche, anche all'interno dello stesso Paese – ha spiegato Moretti – come negli Stati Uniti dove città come San Francisco o Boston hanno tassi di laureati attorno al 50% e salari medi fra gli 80 e i 100 mila dollari annui. Mentre altre città, come Merced o Yuma, con una tasso di laureati di poco superiore al 10%, viaggiano su salari fra i 50 ed i 60 mila dollari. Dove il capitale umano è maggiormente scolarizzato si registrano picchi di produttività e di PIL più alti. Queste differenze fra aree geografiche – ha aggiunto – non stanno scomparendo, ma anzi il divario continua ad aumentare, anno dopo anno le regioni e le città più forti diventano sempre più forti e le più deboli lo sono sempre di più. Nel mercato del lavoro, diminuiscono i numeri di posti di lavoro a bassa scolarità e aumenta il numero di quelli ad alta scolarità. Le economie in crescita – ha spiegato Moretti – producono beni innovativi e non riproducibili e non possono essere delocalizzati, anche perché i lavoratori sono in media più produttivi e creativi. Ma la cosa più interessante – ha concluso Moretti - è che la crescita nei settori dell’innovazione, fa crescere anche il resto del mercato del lavoro. Ogni posto di lavoro, produce 5 posti di lavoro nei settori dei servizi locali, per lavoratori con bassa scolarità".

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