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Cronaca Roncegno Terme

Zaccon, la Provincia rassicura. Il legale dei cittadini replica

L'ex cava è sicura per i prossimi trecento anni, dice la Provincia. Le cose non stanno così, replica invece l'avvocato Mario Giuliano, che ha rappresentato 54 cittadini nel procedimento giudiziario sulla discarica

L'ex cava cava di Monte Zaccon è sicura almeno per i prossimi trecento anni. Garantisce la Provincia. Le cose non stanno così, replica invece l'avvocato Mario Giuliano, che ha rappresentato 54 cittadini costituitisi parte civile nel procedimento giudiziario sulla discarica di Roncegno (in realtà le autorizzazioni erano per recupero ambientale). 

La Provincia, presente Alberto Pacher (assessore all'ambiente e vicepresidente della Giunta), attraverso i dati usciti sabato 15 settembre in un incontro pubblico, ha presentato infatti i risultati delle analisi effettuate dall’Ufficio bonifiche sul sito di Roncegno. Lì si trovano tra l'altro scorie di acciaieria, stirene e altri materiali che - dice la sentenza di primo grado - non dovevano stare in un'area destinata a recupero ambientale. La soluzione prevista è quella di coprire tutto e non di portare via il materiale, come invece chiedeva l'Ipsra nella sua perizia (commissionata dal Ministero dell'Ambiente) depositata agli atti dell'inchiesta che si è per ora conclusa con la condanna in primo grado di Simone Gosetti (ex responsabile della Ripristini srl, che gestiva il conferimento di rifiuti nella cava) ed il patteggiamento delle altre persone coinvolte, compresi esponenti di un laboratorio di analisi bresciano ritenuti responsabili dalla Procura di aver truccato le analisi sui materiali.
 
Insomma la scelta di Piazza Dante, basata sulle analisi del gruppo di lavoro selezionato ad hoc, è quella di coprire tutto, proprio in ragione delle analisi effettuate. I risultati, al 25 maggio del 2011 (ma rivelati soltanto il 15 settembre scorso durante una serata informativa), davano una presenza di ferro e alluminio fuori dei parametri fissati dalla legge del 2006 (cioè il testo unico in materia ambientale), con un dato allarmante dell’arsenico pari a 99, contro il 10 previsto.
 
Come detto, Giuliano non è d'accordo con questa lettura della situazione. In una nota il legale scrive: "Ho letto sabato gli articoli sullo studio della Provincia su Monte Zaccon e devo fare alcune precisazioni. Innanzitutto non è esatto affermare che alla fine tutti erano soddisfatti, anzi durante il dibattito le domande critiche sono state diverse. Una cosa che mi ha colpito è che il catino è considerato poco permeabile anche se sul fondo dello stesso non è stata trovata acqua. Non capisco come ciò sia possibile. Sulle questioni tecniche mi riservo però un commento più approfondito quando potrò sottoporre lo studio all'esame di tecnici di mia fiducia. Ci tengo però a formulare subito alcune osservazioni su questioni generali e di metodo. Lo studio sembra tenere conto solo della perizia Iaccucci (il perito dell'accusa, ndr) e non delle perizie Sanna (perito del nominato dal gup Ancona, ndr) e ISPRA, che pure sono state effettuate nell'ambito dello stesso procedimento. Visto che il gruppo di lavoro ha impiegato più di due anni a terminare il suo compito, poteva, credo, fare un lavoro più approfondito. In particolare, secondo la perizia ISPRA bisogna rimuovere tutto il materiale portato a Zaccon, quindi circa 850.000 t.
 
La Provincia invece intende rimuovere solo 1700 t di rifiuti pericolosi che si trovano in superficie e sono immediatamente individuabili (cioè molto meno del 3% del totale, a differenza di quanto scrive il Trentino) , quando secondo la perizia Sanna i rifiuti pericolosi sono 45.000 t. Forse non vi è da stupirsi, dal momento che le conclusioni raggiunte dal gruppo di lavoro, sono quelle che erano state prefigurate fin dalla sua costituzione. Trovo però scandaloso che la Provincia ponga in questo modo nel nulla le statuizioni di una sentenza che prevede la bonifica. Questa non è discrezionalità né amministrativa, né tecnica. E' qualcosa di diverso. Sceglierà il lettore il termine più adatto per definire di cosa si tratti".
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