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Cronaca Oltrefersina / Via Mesiano

Mense universitarie, poca qualità del cibo in quelle in collina

A Mesiano il 56 per cento degli utenti considerano "poco buona" o "non buona" la qualità del cibo. Ci sono percentuali di insoddisfazione che per alcune mense arrivano al 67 per cento

Come si mangia nelle mense universitarie trentine? Maluccio, almeno in collina. Lo dicono gli stessi studenti, che hanno risposto ad un questionario dell'Opera universitaria, i cui risultati sono stati ripresi dai consiglieri provinciali del Pd Luca Zeni e Andrea Rudari, che hanno presentato una interrogazione per avere risposte in merito alla ventilata realizzazione di nuove mense universitarie o in alternativa all’utilizzo di buoni pasto universitari da utilizzare nella ristorazione diffusa sul territorio.

Quanto alla qualità delle mense, si nota un minore apprezzamento verso quelle in collina. A Mesiano il 56 per cento degli utenti considerano "poco buona" o "non buona" la qualità del cibo consumato e il 54 per cento degli utenti delle mense di Povo 1 e di Mesiano sono insoddisfatti anche della quantità. Ci sono problemi sulla cottura dei primi piatti, sui contorni, con percentuali di insoddisfazione che per alcune mense arrivano al 67 per cento; ci sono molte risposte negative, sempre a Mesiano, anche sulla pulizia della zona di distribuzione dei cibi e delle stoviglie. L’indagine si è rivolta anche agli utenti delle mense convenzionate che, pur tenendo conto che offrono un servizio diverso, sia per quanto riguarda i prezzi, sia per il menù, sembrano soddisfare maggiormente gli utenti.
 
Nel dicembre 2010, in occasione dell’approvazione delle leggi di bilancio, il Consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta provinciale “a stabilire, in accordo con l'Opera universitaria, in via sperimentale le modalità per usufruire del servizio e le regole relative all'utilizzo dei buoni pasto al di fuori delle mense universitarie, i criteri per affidare il servizio e per garantire la qualità dei pasti e l'equilibrio nutrizionale e le condizioni per verificare, al termine della sperimentazione, l'esito”. Nulla si è mosso, così Zeni e Rudari tornano alla carica per chiedere lumi alla Giunta provinciale.
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