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Cronaca

L'esempio dello sport nella lotta al cancro: l'esperienza di Mara Santangelo

C'è anche la tennista cresciuta in Val di Fiemme nella squadra di 'Atleti al tuo fianco', campioni di ogni disciplina che accettano di sedersi e parlare con un medico, confrontando la vita quotidiana di uno sportivo con quella di un malato di tumore

C'è anche Mara Santangelo, tennista nata a Latina ma cresciuta in Val di Fiemme, nella squadra di 'Atleti al tuo fianco', campioni di ogni disciplina, del presente e del passato, che accettano di sedersi e parlare con un medico, confrontando la vita quotidiana di uno sportivo con quella delle persone che stanno affrontando un tumore. L'obiettivo di questa iniziativa - nata due anni fa, patrocinata da 'aRenBì Onlus' e coordinata dal medico bresciano Alberto Tagliapietra - è trasformare l'argomento cancro in tema sociale di cui parlare liberamente, senza retorica né drammaturgia.

Santangelo, capace negli anni 2000 di vincere sia il Roland Garros nella specialità del doppio sia la Fed Cup con la nazionale italiana, ha accettato di raccontare alcuni aspetti della propria vita sportiva e personale, per offrire spunto di reazione ai
lettori di questa iniziativa. "Posso dire di aver scavato profondamente dentro di me", ha dichiarato la tennista, oggi consigliera del Coni e della Federtennis. "Oggi posso accettare serenamente tutto il mio percorso di sofferenze e di gioie, poiché ho capito che anche un dolore profondo come la perdita dei miei genitori, rappresentava una tappa fondamentale nella mia vita. Spero che questa mia confessione, a cuore aperto, possa essere chiara ed essere di aiuto a qualcuno, anche solo ad una persona".

La sua testimonianza si aggiunge a quelle di molti altri colleghi del tennis (Andreas Seppi, Nicola Pietrangeli, Lea Pericoli solo per citarne alcuni) e di moltissime celebrità del mondo dello sport nazionale e internazionale, come il discesista Kristian Ghedina, il calciatore brasiliano Leonardo e il cestista Riccardo Pittis. "È fondamentale abbattere la barriera di isolamento che un tumore crea intorno a te e perché questo avvenga, noi semplicemente parliamo di cancro e della quotidianità di chi lo sta vivendo, con sportivi professionisti. Gli atleti accettano di guardare la propria attività agonistica da un punto di vista completamente nuovo: mettendo cioè quello che lo
sport ha insegnato loro, al servizio di chi sta affrontando un difficile avversario chiamato tumore", racconta il responsabile dell'iniziativa, Alberto Tagliapietra, medico chirurgo con diploma d'alta formazione in psiconcologia.

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