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Cronaca Oltrefersina / Via Alcide Degasperi

Città bloccata: il corteo antifascista arriva fino a via Degasperi

Mobilitazione di municipale, polizia e carabinieri per il corteo contro l'apertura di Casa Pound. Alla rotonda tra via Degasperi e viale Verona tanta tensione ma il corteo non oltrepassa il cordone di sicurezza. Lo sdegno dei manifestanti per la memoria di Ancilla Marighetto

Trento oggi è antifascista, Trento sarà sempre antifascista!". E' il grido che ha accompagnato la ritirata del corteo che, dopo aver attraversato la città, è arrivato verso le 16.00 alla rotonda di via Degasperi, vicino al centro di Casa Pound inaugurato oggi in via Marighetto. Gli antifascisti si sono fermati davanti al cordone di polizia in assetto antisommossa, hanno manifestato con cori e megafoni il loro sdegno verso l'opposta fazione, i militanti di estrema destra autodefinitisi "fascisti del terzo millennio", e poi se ne sono andati tornando verso la città alle 17.00. Per vedere le foto clicca qui...

Una situazione molto tesa, che sembra essersi risolta nel migliore dei modi (nel momento in cui scriviamo il corteo non si è ancora del tutto sciolto). Oltre alla polizia locale, mobilitata per chiudere le principali vie della città, da piazza Dante fino a San Bartolomeo, una decina di camionette di polizia e carabinieri erano schierate a presidiare la zona "calda", con scudi, manganelli e lacrimogeni. Dall'altra parte diverse centinaia di persone, ragazzi, studenti, anarchici, attivisti del Centro Sociale Bruno, una partecipazione numericamente importante. E sicuramente eterogenea: se in fondo al corteo sveltolava, coloratissima, una bandiera della pace, in testa, con due grandi striscioni "Contro il fascismo tolleranza zero" e "Ancora partigiani, ancora banditi", c'erano manifestanti con bastoni e caschi, pronti a reagire alla prima mossa da parte della Polizia. "

Lo scontro diretto non c'è stato: nè con le forze dell'ordine, nè con i militanti di destra, alcuni di loro sono venuti a curiosare dietro al cordone di polizia. La sede di Casa Pound era invece gremita di persone, attivisti ma anche simpatizzanti e curiosi, molti militanti venuti da fuori provincia preparati, come avevano dichiarato nei giorni scorsi, a reagire alle eventuali provocazioni. Fortunatamente si è trattato di provocazioni verbali, cori e slogan di ogni tipo contro i fascisti, fumogeni e petardi e lo sdegno gridato a gran voce per la "beffa" della sede nella via intitolata ad Ancilla Marighetto, partigiana trentina uccisa dalle SS: "è viva e lotta insieme a noi". 

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