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Cronaca

Gli insegnanti in manifestazione sotto il Palazzo della politica

Per i sindacati della scuola, i docenti e il personale Ata, è stata anche l'occasione per rivendicare la modifica di un articolo della finanziaria che si sta discutendo in aula che avrebbe tolto potere agli insegnanti

 

Centinaia di insegnanti trentini - che in tutto il sistema dell'istruzione locale sono circa sette mila - hanno affollato questa mattina Piazza Dante per l'assemblea provinciale. 
 
Una manifestazione parallela a quella che si è svolta davanti al Commissariato del governo sempre in mattinata. Per i sindacati della scuola, per i docenti e il personale Ata, è stata anche l'occasione per rivendicare una recente vittoria, ottenuta con la modifica di un articolo della finanziaria in discussione in consiglio provinciale. 
 
Dapprima l'appuntamento è stato in via Segantini, alla sala della Cooperazione. Ben presto, però, i seicento posti disponibili sono stati occupati: l'assemblea si è perciò spostata sotto il consiglio provinciale, in Piazza Dante, dove altre persone si sono unite alla manifestazione.
 
"L’assemblea provinciale - spiega Pietro Di Fiore, della Uil scuola - aveva non solo il compito di informare tutti del lavoro svolto, ma anche lo scopo di portare sotto le finestre del Palazzo la contestazione dei colleghi circa il maldestro tentativo di modifica della legge provinciale sulla scuola. Per questo ci rallegriamo dei numeri di oggi".
 
"La Provincia voleva fare un colpo di mano levando il potere di decidere per la didattica, per la vita della scuola, al collegio docenti che è l'organo decisivo. Adesso, con il nostro lavoro, con la pressione, con le nostre richieste, siamo riusciti a far cambiare idea", dice Tamara Lambiase della Uil.
 
Il riferimento è al risultato dell'incontro (decisivo, visto che prima ve n'erano stati altri) che i sindacati avevano avuto con l'assessore competente Marta Dalmaso lo scorso 7 dicembre. Una circostanza in cui le parti sociali avevano convinto la responsabile della scuola trentina a stralciare dalla manovra finanziaria l'articolo 68 (per la verità tramutato poi in 71), quello che - in sostanza - garantiva poteri mai concessi prima ai dirigenti scolastici. Non solo: se fosse stato approvato, sarebbero state cancellate le proposte degli insegnanti fatte attraverso organi come il collegio dei docenti o il consiglio d'istituto. Una formula verticistica che non piaceva affatto a Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Antes (la sigla che tutela i diritti sindacali del personale Ata).
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