Gita in bici con i figli piccoli ma quando arriva in stazione non li fanno salire con il carretto: la pessima esperienza di una mamma
Sabrina percorre decine di chilometri, arriva alla stazione dei treni e scopre, suo malgrado, di non poter caricare il carretto: "Mi sono trovata in estrema difficoltà"
Cicloturismo e divertimento, ma non per tutti. O almeno, non in questo caso. A raccontare la sua brutta esperienza è stata Sabrina Giacomoni, mamma di due bambini che sabato 26 giugno ha deciso di fare un'esperienza in bici con i suoi bambini: il più grande ha 4 anni e quindi pedalava sulla sua bicicletta, mentre il piccolo di solo 1 anno e mezzo si è goduto un viaggio in uno di quei carretti spesso usati dalle famiglie.
Sabrina percorre decine di chilometri, arriva alla stazione dei treni e scopre, suo malgrado, di non poter caricare il carretto, il rimorchio per bici dove solitamente vengono trasportati bambini, animali di piccola taglia o bagagli. "Mi sono trovata in estrema difficoltà su come poter tornare alla macchina - racconta -. Prima di partire mi sono fermata a chiedere a un punto informazioni, di quelli che si trovano ovunque e che dovrebbero essere informati proprio rispetto al turismo e a come muoversi".
Il treno, racconta e documenta questa mamma, era praticamente vuoto: in partenza
E all'arrivo
Lo ha raccontato anche sul gruppo Facebook "Sei di Trento se... 2.0" oltre che a TrentoToday. Un'esperienza tutt'altro che piacevole. "Quando siamo arrivati alla stazione di Mostizzolo è arrivato il primo treno, non ci hanno fatto salire e mi hanno risposto in malo modo che non c'era posto. Inoltre, mi è stato detto di calmarmi quando ho chiesto se per piacere potesse trovare un posticino dato che ero con due bambini piccoli e aveva fatto passare davanti a me altre persone che erano arrivate dopo".
Regolamento a parte, Sabrina, ha puntualizzato che quel carretto poteva essere anche considerato un passeggino, perché al carretto è possibile rimuovere il manubrio e le tre ruote, arrivando a misurare 30 cm circa. Eppure, anche questa proposta non sarebbe stata accolta. Quanto accaduto a Sabrina e alla sua famiglia è stato notato anche sa alcune persone della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) di Piacenza che proprio in quel momento si trovavano in stazione e che, come ha raccontato la donna, sono rimasti: "allibiti di quello che stava succedendo. Ci hanno lasciato un indirizzo e-mail per fare un esposto utilizzando loro come punto di riferimento, tutto questo dopo averci difeso e appellandosi al buon senso".
Per quanto questa donna e la sua famiglia si sia sentita in difficoltà, dopo aver aspettato il treno per un'ora sotto al sole, ha lasciato il carrello in stazione, attaccato il seggiolino per la bici che fortunatamente ha sempre con sé per portare il figlio più piccolo ed è tornata alla sua auto, pedalando ancora per 6 chilometri, per poter tornare a casa.
"Sono stata un'ora sotto il sole con un bambino di un anno e mezzo e uno di 4 aspettando il treno successivo. Ribadisco che il treno era completamente vuoto e il regolamento dei carretti è entrato in vigore oggi. Siamo nel 2021 e tante famiglie hanno carretti ed e-bike".