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Malaria, gli esperti del Ministero: "Possibile contagio in vacanza a Bibione"

I tempi dell'incubazione sono compatibili con la vacanza della piccola Sofia insieme alla famiglia, proseguono però le analisi al S. Chiara, in particolare sui glucometri, strumenti di misurazione della glicemia attraverso una piccola puntura

Potrebbero cambiare rotta le indagini sulla morte di Sofia Zago, bambina trentina di 4 anni uccisa dalla malaria. Dopo la dichiarazione del Ministro che riferiva di un possibile contagio nell'ospedale di Trento oggi il direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero, Raniero Guerra, a capo del team di esperti inviato a Trento dallo stesso ministro, spost l'attenzione su Bibione, dove la piccola si trovava in vacanza con la famiglia.

Caso malaria, la conferenza stampa con il direttore dell'Apss Paolo Bordon (clicca qui)...

"Stiamo valutando con più attenzione la possibilità che la bambina sia stata contagiata mentre era a Bibione, cioè prima del ricovero in ospedale a Portogruaro, dove è stata il 13 agosto, e a Trento, dove era dal 16 al 21 agosto" questa la dichiarazione di Guerra raccolta dall'Ansa.

Tempi di incubazione compatibili con la vacanza

"Abbiamo ricevuto tutta la documentazione e valutato i tempi di incubazione della malaria, tra i 14 e i 20 giorni, che sono perciò compatibili con le date in cui Sofia era al mare" spiega il direttore generale, specificando però che le ipotesi ancora aperte sono più di una. L'autopsia, che verrà eseguita a Verona oggi pomeriggio, secondo quanto disposto dalla Procura di Trento, contribuirà a fornire ulteriori elementi per le indagini.

All'ospedale S. Chiara di Trento, dopo l'esito negativo della raccolta di trappole per zanzare, si punta all'analisi dei glucometri, strumenti per la misurazione della glicemia che funzionano praticando una piccola puntura sulla punta delle dita. La piccola era stata infatti ricoverata per una forma di diabete infantile. 

Un semplice contatto con sangue infetto non sarebbe però sufficiente, spiega Guerra, per contagiare una persona, serve una vera e propria trasfusione, ed è stato confermato che nel corso dei tre ricoveri ospedalieri, uno a Portogruaro e due a Trento, la bimmba non è stata sottoposta a trasfusioni.

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