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Cronaca

Infiltrazioni mafiose, ecco le zone e le categorie a rischio

Rapporto Transcrime: viene rilevata una globale difficoltà di accesso al credito, la quale spinge le imprese che versano in situazioni critiche a cercare sostegno finanziario in soggetti non istituzionali

"Non siamo di fronte ad una colonizzazione sistemica del Trentino". Scandisce bene le parole il professor Ernesto Savona, responsabile del Centro di ricerca sui fenomeni criminali Transcrime. Un rischio mafia in Trentino c'è, ma è potenziale. E l'istituto, assieme alla Provincia, sta mettendo a punto gli strumenti di analisi giusti per contrastare il fenomeno. Il rapporto Metric, che contiene i dati sulle infiltrazioni mafiose in Trentino, ha proprio l'obiettivo di fornire un modello che la Provincia potrà utilizzare per monitorare il rischio e valutare le opzioni di intervento. 

"La presenza della criminalità organizzata è legata principalmente a: tratta di esseri umani, traffico di sostanze stupefacenti e contrabbando di tabacchi lavorati - si legge nel rapporto -. Le organizzazioni criminali operanti in Trentino sono soprattutto di origine extracomunitaria (in particolare albanese, russa, nordafricana e cinese). Si registra anche la presenza di criminalità organizzata nazionale. Agli inizi degli anni Novanta, la 'Ndrangheta si è interessata anche al Trentino Alto Adige. Le 'ndrine sono attive tutt'oggi in particolare nel mercato della droga. Nel passato in Trentino ha operato anche la cosiddetta mala del Brenta, dedita al traffico di droga e armi".
 
L'aspetto sui cui si concentrato Savona (rimarcato anche dal governatore provinciale Dellai "Il Trentino è sostanzialmente sano") è che in Trentino si deve parlare di un rischio potenziale di infiltrazioni, perché "a differenza di altre aree ricche del nord Italia non ci sono segnali di stabilità delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Questo vuol dire che né la colonizzazione, né il contagio sono ancora avvenuti. Gli episodi recenti indicano tuttavia che anche il Trentino è a rischio". Un rischio che è stato valutato proprio attraverso il progetto Metric, attraverso degli indicatori.
 
I settori più a rischio
Quelli indicati nel rapporto come i comparti potenzialmente più soggetti al rischio contaminazione da criminalità organizzata sono le attività professionali, scientifiche e tecniche, seguite dalle costruzioni e dal trasporto e magazzinaggio. Via via ci sono poi tutti gli altri settori economici della ricca società trentina che, proprio per questa sua ricchezza, fa molta gola. Nello speciale "ranking" sviluppato da Transcrime ci sono poi altre imprese: i servizi di informazione e comunicazione, le attività finanziarie e assicurative e le attività immobiliari.
 
I territori più a rischio
La valle dell'Adige, cioè la zona del Trentino più densamente popolata, ha livelli di rischio maggiori di altre zone, così come la Comunità dell'Alto Garda e Ledro e quella della Vallagarina, che possono essere più esposte all'infiltrazione mafiosa anche per la loro posizione geografica di "contatto" con altre regioni del nord Italia.
 
I fattori di rischio
Il documento presentato da Transcrime è stato sviluppato anche grazie al confronto con le associazioni di categoria che operano sul territorio. Durante i colloqui sono emersi alcuni aspetti rilevanti, che possono contribuire più di altri all'insorgere di fenomeni di tipo mafioso. "In primis è convinzione generale che tale pericolo sia fortemente aumentato in seguito alla situazione di crisi economica che affligge i mercati. Viene rilevata una globale difficoltà di accesso al credito, la quale spinge le imprese che versano in situazioni critiche a cercare sostegno finanziario in soggetti non istituzionali". Un fenomeno che, stando alle dichiarazioni degli interessati (cioè gli imprenditori), riguarda perlopiù imprese di piccole dimensioni ed i settori a bassa tecnologia. Altro settore critico è quello degli appalti: negli ultimi anni si sono verificate situazioni anomale che hanno visto, ad esempio, ribassi eccessivi della base d'asta. "In tale ambito - si legge - è forte il rischio di ingresso di imprese irregolari, in particolare nel momento del subappalto". Una fase un cui i controlli sono pochi se non inesistenti.
 
I casi in Trentino dal 2009 al 2011
Droga. operazione Bellavista (2010): custodia cautelare per 57 persone con accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Operazione Burgu (2010): 23 ordinanze di custodia cautelare per un'organizzazione composta da italiani, albanesi e macedoni.
 
Riciclaggio. Operazione Matrioska: rinvio a giudizio di 13 persone per riciclaggio internazionale di proventi di tangenti per la vendita di veicoli militari e per acquisire commesse pubbliche. Le indagini sono partite da presunti movimenti sospetti di denaro nella filiale di Vigo di Fassa della Cassa Rurale Raffeisenkasse.
 
Recupero crediti e usura. Aspide srl: organizzazione criminale di matrice camorristica operante in Veneto, Emilia Romagna, Friuli venezia Giulia, Sardegna e Trentino. Nata nel 2009 come società di vigilanza e sicurezza, aveva esteso poi i suoi affari anche nel campo del recupero crediti. Secondo l'inchiesta la società concedeva finanziamenti da restituire con tassi da usura (il 180%). Quando il "cliente" era insolvente, venivano acquisite quote societarie o l'intero capitale sociale, che veniva poi intestato a dei prestanome. 
 
Costruzioni. Nel luglio 2010 viene scoperto il tentativo di "scalata" alla Cosbau di Mezzocorona da parte di società considerate vicine alla'Ndrangheta.
 
Movimento terra. Galleria di Martignano, galleria di Mezzolombardo e circonvallazione di Moena: alcune aziende di trasporto con sede fuori regione ma riconducibili a titolari calabresi ottengono l'incarico di trasportare il materiale di scavo in altri cantieri. Si tratta di imprese che oepravano a prezzi talmente bassi da essere fuori mercato.
 
Green economy. Con l'operazione Eolo (si trattava di pale eoliche in provincia di Trapani) viene coinvolto un imprenditore trentino in una attività criminale svolta da esponenti mafiosi siciliani. L'attività, secondom gli inquirenti, era finalizzata alla gestione di appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia eolica.
 
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