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Cronaca Centro storico / Piazza Dante

Dopo l'orso Fugatti vuole catturare anche i lupi della Val di Fassa

Inviata una seconda richiesta al Ministro dell'Ambiente, ad un mese dall'avvio della stagione turistica e dell'alpeggio. La promessa ai sindaci ed agli agricoltori: "Cattura per gli esemplari dannosi"

Dopo l'orso M49 la Giunta vuole anche il lupo della Val di Fassa. Anzi i lupi: sarebbero infatti cinque gli esemplari che la provincia spera di poter catturare in valle. "Per consentire approfondimenti e studio sulle loro abitudini", certo, ma anche per toglierli dai boschi, soprattutto in vista della stagione turistica edell'alpeggio.

La questione è stata affrontata nel corso della riunione del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, al quale il presidente Fugatti già si era rivolto chiedendo l'impiego di forze di polizia accanto alla forestale provinciale. "Ora - ha aggiunto il presidente - attendo che il prefetto Sandro Lombardi invii il verbale della seduta, con una comunicazione ufficiale, così da procedere con la richiesta, che recapiteremo al ministero dell’Ambiente , di operare in deroga alle attuali normative e procedere al prelievo, in particolare la cattura, degli esemplari che più volte in passato sono entrati nel centri abitati della val di Fassa".

Come nel caso dell'orso M49 anche in questo caso la richiesta di "prelievo", è stata inviata direttamente al Ministero, passando quindi a Roma la "patata bollente". Quanto ai lupi della Val di Fassa Fugatti ha specificato che "Questi esemplari si sono spinti fin nei giardini delle abitazioni private o nei parchi giochi, frequenti in quel momento da adulti e bambini”. Non si capisce però di che tipo di "prelievo" si parli, visto che, come ricordato dal rappresentante del Corpo forestale provinciale, la cattura permessa dal Ministero ha lo scopo di "approfondire abitudini e comportamenti", e quindi ci si aspetta che sia previsto un rilascio immediato in natura.

Presenti anche i sindaci dei Comuni coinvolti ed i rappresentanti degli allevatori, i quali premono per una soluzione, anche drastica, ad un mese dall'apertura dell'alpeggio. "C‘è molta preoccupazione - spiegano - sia per le predazioni dei capi di bestiame sia per l’incolumità degli stessi pastori che spesso dormono all’aperto con gli animali. Se gli allevatori rinunciano a portare al pascolo gli animali il danno non è solo limitato al nostro comportato ma anche a quello turistico e commerciale”. 

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