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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico

Licenziato dalla ditta di trasporti, il giudice lo fa reintegrare

A prescindere dall'accordo sindacale che può avallare il licenziamento collettivo, è sempre e comunque la legge che determina i criteri di riduzione del personale, dice la sentenza del giudice Giorgio Flaim

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del Sindacato di base multicategoriale


Continuano i licenziamenti illegittimi da parte delle ditte di autotrasporto di merci su strada che hanno sede nella provincia di Trento. Ora è la volta della GOTTARDI AUTOTRASPORTI Srl, nota impresa del capoluogo, di proprietà dell'illustre signor Andrea GOTTARDI, presidente della locale sezione di Confundistria per il trasporto merci e logistica.
 
Il licenziamento risaliva al 16 maggio 2011 e fu classificato dall'impresa come licenziamento per giustificato motivo oggettivo, a seguito di procedura per riduzione di personale. In realtà era successo che il noto imprenditore aveva annunciato alle OO.SS. CGIL,CISL,UIL di categoria di voler procedere al licenziamento di 6 unità lavorative (lettera del 20 aprile 2011 con cui avviava le procedure di mobilità). In data 4 maggio 2011 - solo due settimane, con fulminea procedura! - la Confindustria (rappresentata dall'allora funzionario Gianpietro MAGAGNI, poi indagato lo scorso anno per la truffa sui cd "diamanti fantasma"), la CISL (rappresentata dall'allora funzionario Giovanni BOSSINI, poi arrestato per estorsione dalla Procura della Repubblica di Trento) e la UIL, congiuntamente all'imprenditore, raggiunsero un accordo per licenziare solo due di lavoratori, anziché i sei iniziali.
 
Uno di questi, U.C., non aveva inteso accettare il licenziamento ed aveva chiesto di essere tutelato dalla CGIL, nella persona di Fulvio FLAMMINI, all'epoca in procinto di essere espulso dal sindacato di via Muredei. L'azienda non accolse la richiesta, in quanto il sindacalista delegato dal lavoratore licenziando non aveva più alcun potere contrattuale ed era stato delegittimato dalla stessa federazione di categoria dei trasporti (al tempo, la FILT/CGIL).
 
Insomma il lavoratore, un autista rumeno ultracinquantenne in possesso di tutte le patenti di guida per mezzi leggeri e pesanti, fu licenziato perché non serviva più! Col placet di CISL e UIL, CGIL silente per ovvie ragioni. Il conducente licenziato seguì FLAMMINI e gli altri espulsi nella creazione del Sindacato di Base Multicategoriale e si fece tutelare dal neonato COBAS trentino, con il patrocinio degli avvocati Dario ROSSI (del foro di Genova) ed Agostino CATALANO (del foro di Trento), sostituito, a seguito della sua prematura scomparsa nel novembre 2012, dall'avvocato David Micheli.
 
Ieri il giudice del Tribunale di Trento, dottor Giorgio FLAIM, ha depositato la sentenza (22 pagine, molto articolata, ma ineccepibile nei motivi e nelle conclusioni) dichiarando inefficace/ilegittimo il licenziamento, comunque lo si voglia configurare giuridicamente (ovvero se qualificabile di natura collettiva o se di natura individuale), condannando l'azienda alla reintegra nel posto di lavoro dell'autista U.C., con la ricostruzione di tutta la posizione retribuitiva, contributiva e previdenziale dalla data del licenziamento a quello della effettiva reintegrazione nel luogo di lavoro. L'importanza di questa sentenza è data dal fatto che, a prescindere dall'accordo sindacale che può avallare il licenziamento collettivo, è sempre e comunque la legge che determina i criteri di riduzione del personale. Peraltro nel caso di specie, l'azienda aveva provveduto ad assumere altro personale in sostituzione del licenziato.

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