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Beni culturali / Lavis

Portano un oggetto al centro raccolta, ma è un tabernacolo del XVII secolo

Ad accorgersi che quello non fosse un semplice oggetto da smaltire, sono stati i dipendenti del centro raccolta zonale. Avvertito il sindaco e i carabinieri, sono iniziati gli accertamenti

Capita che nei centri di raccolta venga portato un oggetto interessante per qualcuno e non più utile per un altro. Quello che si sono trovati davanti i dipendenti del centro raccolta zonale di Lavis a giugno del 2021, però, è stato certificato dagli esperti della Soprintendenza: “Esprimente sicuri caratteri di interesse culturale" e per questo i carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc), dopo gli accertamenti lo hanno affidato al soprintendente.

Tabernacolo XVI secolo trovato al centro raccolta di Lavis-2

Si tratta di un tabernacolo ligneo policromo “a tempietto” datato tra il XVII e il XVIII secolo che ignoti hanno lasciato al centro raccolta zonale di Lavis. Alla vista di un manufatto così bello e realizzato con una certa maestria, i dipendenti del centro hanno pensato bene di allertare il sindaco Andrea Brugnara che, a sua volta, ha chiamato i carabinieri.

Su disposizione della locale Procura della Repubblica il manufatto artistico è stato sequestrato dai militari dello speciale reparto che opera per la prevenzione e la repressione dei reati commessi in danno del patrimonio culturale. Dopo di che è stato depositato temporaneamente nei locali del comune di Lavis dove gli esperti della Soprintendenza hanno effettuato i primi accertamenti di natura tecnica.

Lo studio, svolto anche in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento, ha consentito agli esperti di certificare che il tabernacolo, in un buono stato di conservazione, rappresentasse un’opera artistica e cultuale di assoluto pregio, tipica della manifattura locale di epoca sei/settecentesca, fino a quel momento non nota né catalogata, compatibile con una possibile proprietà privata.

Le indagini sulla provenienza del bene culturale, condotte congiuntamente dal Nucleo Tpc di Udine e dell’Arma di Lavis, le cui immagini e i dati descrittivi non trovavano riscontro nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando Tpc, non hanno consentito, per il momento, di associarlo ad alcun furto di manufatti simili in zona, tanto che è stato ritenuto possibile che l'oggetto potesse provenire da una cappella privata e che fosse stato portato in discarica da ignoti che se ne volevano liberare.

Il tabernacolo

Il pregiato manufatto, di bottega trentina, secondo quanto certificato dagli esperti della locale Soprintendenza: “Esprimente sicuri caratteri di interesse culturale". Dopo i dovuti accertamenti è stato assegnato al soprintendente per i beni culturali, dottor Franco Marzatico da parte del comandante del nucleo Tpc di Udine, maggiore Lorenzo Pella. Presente alla consegna avvenuta in Comune a Lavis, c'era anche il sindaco Brugnara.

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