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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"La riforma Itea è incostituzionale e contro la concorrenza economica"

Il coordinamento Trentino nazionale: "Il passaggio di Itea a Itea spa è avvenuta senza una gara d'appalto violando palesemente il diritto comunitario che disciplina il concetto di concorrenza per i servizi economici"

La riforma dell'Itea (diventata spa nel 2005 dopo l'introduzione di una specifica legge provinciale), è incostituzionale. Lo sostiene l’ATAIES, l'Associazione degli inquilini Itea. Sulla questione è stato presentato anche un ricorso in Consiglio di Stato, contro la privatizzazione di Itea.

Una nota del coordinamento Trentino nazionale, che condivide la strada intrapresa dall'associazione Ataies, spiega nel dettaglio quali sarebbero i vizi di incostituzionalità. Ma non ci sarebbe soltanto la Costituzione italiana ad essere stata scavalcata dalla legge provinciale: "Il passaggio di Itea a Itea spa - si dice nella nota inviata da Emilio Giuliana - è avvenuta senza una gara d'appalto violando palesemente il diritto comunitario articolo 86 trattato CE che disciplina il concetto di concorrenza per i servizi economici".
 
Secondo Giuliana "Le nuove disposizioni normative adottate dalla Provincia di Trento in materia di edilizia abitativa pubblica, in particolare con la legge Provinciale 07.11.2005 n° 15, nonché il relativo regolamento di attuazione adottato con Decreto del presidente della provincia (d.d. 18.10.2006 n° 18-71/Leg)", non solo sarebbero "lesive del diritto degli assegnatari a vedersi riconosciuto il diritto a riscattare la proprietà dell'immobile condotto in locazione, ma anche del tutto incompatibili con i propositi e gli obiettivi che hanno determinato l'istruzione ed l'organizzazione del sistema di edilizia abitativa pubblica in Italia".
 
"L'inadeguatezza della legge provinciale - continua la nota - è anche suffragata dalla Corte di Giustizia Europea che ha esplicitato chiaramente che la forma dell'affidamento diretto costituisce una eccezione alle regole generali della concorrenza".
 
Quindi "il servirsi di società per azioni per la gestione dei servizi e dei compiti di competenza di pubblica amministrazione invece che costituire uno strumento per assicurare ai cittadini un migliore e più proficuo svolgimento dell'attività amministrativa si traduce al contrario in un mezzo per allontanare ancora di più il cittadino – contribuente agli organi deputati alla gestione dell'attività amministrativa incidendo sull'efficienza, l'imparzialità ed il buon andamento dell'amministrazione anche in termini di garanzie per i cittadini all'accesso agli atti ed  ai procedimenti amministrativi".
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