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Cronaca

Lavoratori sfruttati a Piacenza: l’indagine è partita da Trento

L’arresto di un autotrasportatore con documenti falsi ha fatto emergere una situazione di caporalato

Una situazione di caporalato scoperchiata a Piacenza dalla polizia e dalla guardia di finanza, il tutto grazie alla polizia stradale di Trento.

A finire in manette cinque persone, una condotta in carcere, per i reati di caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e in materia di falso, mentre altre dodici sono indagate a piede libero. Vittime quasi una cinquantina di camionisti.

Come detto, l’indagine che ha portato agli arresti ha origini trentine: nel 2020 si è venuta a creare una convergenza investigativa tra la Sezione Criminalità Organizzata della mobile di Piacenza e la sottosezione della stradale di Trento sull’azienda in questione, dopo che gli agenti trentini avevano arrestato in flagranza di reato un autista brasiliano, dipendente della ditta coinvolta e in possesso di documenti greci, evidentemente falsi.

Alcune delle zone della ditta in cui dormivano gli autisti-2

L’indagine ha portato alla scoperta di un giro di documenti falsi, comprese patenti, che l’azienda forniva a lavoratori stranieri reclutandoli poi come camionisti, mettendo in atto un vero e proprio sfruttamento, fatto di turni massacranti e stipando i lavoratori in luoghi insalubri nelle pause tra un viaggio e l'altro.

Inoltre, sono state riscontrate parecchie irregolarità anche sui pagamenti.

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