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Il caso

Faccia a faccia con gli orsi: esperienza da incubo per una donna

Il racconto del marito dopo l’incontro

Trovarsi a tu per tu con un orso può essere un’esperienza potenzialmente da brividi, a maggior ragione se si considera l’impatto emotivo che questi animali stanno generando nel nostro territorio. È ciò che hanno vissuto nei giorni scorsi Marco Bruschetti, direttore della scuola musicale Jan Novak, la moglie Michela Marchi e un’amica che era con  loro quando, in una zona circoscritta tra il lago di Cei e Pra de l'Albi si sono imbattuti in due orsi.

Sembrerebbero essere stati una madre e il suo cuccio e, inevitabilmente, il pensiero in una situazione del genere, avvenuta nei pressi di Cimana, non poteva non andare allo sfortunato incontro di Andrea Papi con JJ4.  

Che cosa bisogna fare quando si incontra un orso?

È lo stesso Bruschetti a spiegare come sono andate le cose, come riporta L’Adige: “Mia moglie, che procedeva una quindicina di metri davanti a me, ha improvvisamente frenato con energia, facendo un gran rumore. Io ho potuto vedere due orsi, che poco prima occupavano la carreggiata, stavano salendo svelti la rampa erbosa sulla destra, mentre mia moglie, che li ha visti prima di me, si è spaventata molto e ha fatto i più brutti pensieri, quelli che si hanno quando si teme gravemente per la propria vita. Ha rischiato per poco di finire ‘in braccio all'orso’ con quali possibili conseguenze?”.

Un brutto spavento, certo, ma che porta ad una serie di riflessioni, che condivide lo stesso Bruschetti. Anche perché se le alternative a situazioni come questa sono passeggiare su una ciclabile magari in città o fare rumori rendendo il bosco, un tempio del silenzio, chiassoso come un centro commerciale, c’è un problema. “Se siamo arrivati a questo grado di allerta è evidente che il progetto di reinserimento dell'orso in Trentino è diventato pericoloso, e che è un progetto che sta progressivamente togliendo libertà alle persone, che sta danneggiando il turismo e l'economia di montagna, che toglie vita a giovani e adulti che considerano irrinunciabile il rapporto con il bosco e la natura. Credo che la responsabilità sia del governo provinciale, di tutti i governi che si sono succeduti dalla nascita del progetto ad oggi ed è grave essere arrivati a questo punto”.

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