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La storia / Val di Sole

Auto invade la corsia e la moto finisce contro il guard rail per evitarla. Nessuno si è fermato: Matteo cerca testimoni

Per scongiurare il peggio, il motociclista si è spostato rapidamente a destra ed è finito contro il guard rail. Ha rotto una vertebra ed entrambe le gambe

Cerca testimoni che possano aver visto qualcosa, avere qualsiasi minimo dettaglio di quanto accaduto il 2 luglio del 2022 a Vermiglio, Matteo Di Fonzo, il motociclista di 45 anni di Lecco la cui vita è drasticamente cambiata dopo l’ultima gita in moto con gli amici, in Trentino.

“Arrivavamo dal Tonale, ero davanti ai miei amici di qualche curva, ero ripartito qualche attimo prima di loro - ricorda Matteo -. Sono uscito da una curva e all'improvviso mi sono trovato davanti un’auto che era praticamente dalla mia parte. Non stavo correndo, rispettavo i limiti della strada, ma per evitare l’auto, mi sono spostato e sono finito contro il guard rail”.

La moto di Matteo dopo l'incidente

Concitati i momenti immediatamente successivi e raccontati da Matteo. L’auto che ha invaso la sua corsia non si è fermata, quelle che sono passate da quel punto in quei primi momenti nemmeno. I primi a fermarsi sarebbero stati proprio i suoi amici, arrivati qualche istante dopo, quando Matteo si era già trascinato a bordo strada, conscio di aver rotto le gambe, ma fortunatamente senza danni gravi al busto.

Matteo era vestito con tuta, stivaletti e la giacca airbag. Per questo motivo non ha riportato escoriazioni e non ha danneggiato la parte superiore del corpo, ma le gambe si sono rotte, entrambe, così come una delle vertebre. “Ricordo che dopo poco sono arrivati i miei amici che hanno anche recuperato il mio telefono volato lontano - racconta -, poi si sono fermate due infermiere e infine è arrivato l’elicottero che mi ha portato all’ospedale Santa Chiara, a Trento. Nell’incidente ho rotto una vertebra e subìto tre operazioni alle gambe”.

Matteo di Fonzo sulla sua Cbr1000-2

Arrivato in ospedale, Matteo è stato operato una prima volta il giorno stesso dell'incidente, un paio di giorni dopo e poi, ancora, il 20 luglio. “Una gamba non era operabile immediatamente – spiega -, i sanitari hanno dovuto aspettare che l'ematoma si riassorbisse e volevano vedere se riuscivano a salvare il piede perché era davvero messo male, era completamente nero e non avevo sensibilità. Invece in 4-5 giorni ho riacquistato un pochino di sensibilità. Sono stati fantastici i medici e gli infermieri dell'ospedale Santa Chiara”.

Dopo due mesi a letto Matteo ora finalmente riesce ad alzarsi, ma sempre costantemente affiancato dai suoi familiari e cerca di migliorare con la fisioterapia, con l’obiettivo di tornare a camminare senza sostegni, di riprendere a lavorare, anche se prima era un metalmeccanico e sopportava degli sforzi fisici che ora, non è certo che potrà fare ancora. È molto prematuro parlare di questo oggi.

Matteo di Fonzo

“Comincio adesso la fisioterapia - continua -. Comincio a muovermi un pochino con le stampelle, ma sono pieno di dolori, ho perso tutta la muscolatura delle gambe. Prendo ancora i farmaci, che sono comunque gli oppiacei, per cercare di alleviare il dolore che spesso è insopportabile. Faccio delle iniezioni di antinfiammatori, perché altrimenti non riuscirai a fare la fisioterapia. Al Santa Chiara mi avevano detto che per riuscire a tornare al lavoro ci vogliono almeno 12 mesi. Ho cominciato adesso a muovermi un pochino con le stampelle, però è lunga, psicologicamente è pesante”.

Ad assistere Matteo in tutta questa vicenda, c’è Andrew Vitello presidente di Aivos (Associazione italiana vittime omicidio stradale e sinistri gravi), specializzato in diritto lesioni personali e che ha spiegato a TrentoToday cosa accade in queste situazioni. Vitello lavora in società con i migliori esperti in materia di risarcimento danni e tutela dei diritti del danneggiato.

“Nei casi in cui il veicolo coinvolto nell’incidente scappa, oppure è scoperto dall’assicurazione, subentra il fondo di garanzia per le vittime della strada - spiega Vitello -. Ora, serve solo qualcuno che abbia visto l’incidente e che possa raccontarlo, perché le clausole anti-frode del fondo sono diverse e prevedono anche la presenza di un testimone. Le autorità sono intervenute quel giorno, ora è necessario trovare qualcuno che abbia visto qualcosa, così da aiutare Matteo a ottenere almeno i rimborsi per le importanti spese mediche che sta affrontando e che dovrà ancora affrontare per tornare a vivere normalmente”.

Cure che gli servono anche per tornare a lavorare, per poter riacquistare le forze necessarie per tornare a essere una persona indipendente e a vivere una vita dignitosa. “Dell'associazione - spiega ancora il presidente Vitello - cerchiamo di fare in modo che la vittima della strada non diventi vittima la seconda volta”.

Chiunque possa aver visto qualcosa quel giorno o possa aiutare Matteo, può contattare il presidente Vitello al numero 353 3989933.

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