Cermis, incidente in motoslitta: vertice in procura per punto su indagini
Sembra ormai appurato che si sia trattato di una grave imprudenza: affrontare una pista così ripida con delle persone caricate su un carrello per bagagli è stata una leggerezza pagata a caro prezzo
La Procura ha convocato un vertice a Trento per fare il punto sulle indagini dopo la tragedia della slitta che è finita fuori pista sul Cermis. Sembra ormai appurato che si sia trattato di una grave imprudenza: affrontare una pista così ripida con delle persone caricate su un carrello per bagagli è stata una leggerezza pagata a caro prezzo da Iagafarov Azat, il gestore dell'Hotel Sporting Cermis, che si trovava alla guida della motoslitta volata nel dirupo.
Il 58enne ha dichiarato di non essere riuscito più a frenare, forse a causa di un guasto tecnico, ma la pendenza della pista Olimpia 2 è tale da obbligare anche i gatti delle nevi ad ancorarsi ad un verricello per battere la neve. Oltretutto, la notte vige il divieto di transito, anche a causa dei gatti in manovra. A pagare l'imprudenza, è stato e sarà anche lui: in primis per la morte della moglie Rafilya e di 5 amici, e poi per l'accusa di omicidio colposo plurimo di cui dovrà rispondere davanti alla legge, quando si sarà rimesso dalle varie fratture riportate nella caduta - la prognosi è di 40 giorni. L'altro sopravvissuto, ferito in ospedale, è Boris Iudin, 47 anni, che nella tragedia ha perso moglie e figlia 24enne. Anche lui ne avrà per una quarantina di giorni, ma non è in pericolo di vita. L'altro figlio, un 17enne, aveva deciso quella sera di restare in albergo. Sono toccate a lui le formalità burocratiche, prima di essere accompagnato dalle forze dell'ordine in aeroporto per tornare in Russia, dove lo attendevano gli zii. Domani, probabilmente, il rimpatrio delle salme.